RECITAL – MILANO

Piccola Scala
09 February 1979

Leyla Gencer soprano
Richard Amner piano
 
Monteverdi La mia Turca che d’Amor non ha fè (for solo voice)
Vivaldi Se cerca, se dice L’Olimpiade
Beethoven La partenza (WoO 124)
Rossini 8 ariette "Soirées musicales" 3. La partenza
Carissimi Ferma, lascia ch’io parli Lamento e morte di Maria Stuarda
Gluck Ah, si liberto Armide
Handel Tornami a vagheggiar Alcina
Paisiello Chi vuolo la zingarella Gli zingari in fiera
Bizet Le matin L’Arlesienne
Verdi La Zingara from six romances
Ravel Cing mélodies populaires grecques
   1. Chanson de la mariée. Ravel Cing mélodies populaires grecques
   2. Là-bas, vers l'église. Ravel Cing mélodies populaires grecques
   3. Quel galant m'est comparable. Ravel Cing mélodies populaires grecques
   4. Chanson des cueilleuses de lentisques. Ravel Cing mélodies populaires grecques
   5. Tout gai!.

 

IL PICCOLO                                       
1979.01.22

OPERA MAGAZINE                                            
1979 February

UNKNOWN NEWSPAPER                                                 
1979 February

RECITAL ALLA PICCOLA SCALA

Leyla Gencer ultima divina

Atmosfera delirante - Alla fine del concerto la cantante ha concesso 4 bis
 
Milano – Nonostante le recenti mode di ostentare antidivismi e facce acqua-esapone a tutti i costi, noi restiamo della convinzione che per quel che riguarda il mondo del teatro, chi ne ha fatto veramente le sorti sono state le «divine», i mostri sacri che facevano staccare i cavalli dalla carrozza, per intenderci.
Oggi, in verità, non è che non e che non vanno piu di moda, ma essendo praticamente in estinzione (comunque sia ne nascono poche per secolo) è gioco forza ripiegare su succursali d'altro genere.
Leyla Gencer può evitare false modestie. Al suo recital alla Piccola Scala (stracolma), è apparsa con sovrana teatralità vestita di un sontuoso abito scarlatto, inalberando antichi gioielli che parevano appartenere al tesoro del Topkapı. Tre minuti di applausi «di uscita» che lei ha accettato come doveroso omaggio. E gia l'atmosfera delirante. Alla fine del concerto (quattro bis richiestissimi, dopo aver spudoratamente civettato con il pubblico) la diva, ha ricevuto gli ammiratori nel camerino del la Scala grande (si raggiunge direttamente dal palcoscenico) con la scusa che «il camerino della Piccola è troppo stretto».
Solo una autentica regina poteva pensare ad una simile soluzione (e permettersela).
Oltre che artista fuori classe, Leyla Gencer è anche spiritosissima (qualità ancora più rara della prima): ha aperto il programma con «La mia turca» di Monteverdi e «La sultana» di Donizetti per prendersi in giro (nata ad Istanbul, è cosi che la chiamano affettuosamente gli amici). 1l recital aveva un itinerario musicale particolare che metteva a confronto temi uguali di autori diversi, con immancabili grandi arie di maghe (Armida. Alcina) altre spiritose zingaresche e, per chiu dere, le stupende cinque melodie popolari greche di Ravel.
Di Leyla Gencer, cantante sopraffina, artista impareggiabile, potremmo parlare a lungo. Ma la Gencer è da ascoltare, da vedere, da conoscere, da raccontare. Soprattutto, da non perdere.
c. m. c.

UNKNOWN NEWSPAPER                                                 
1979 March
MUSICA
I NORTILEGE DI LEYLA GENCER
 
Eccezionalmente vario il concerto tenuto alla Piccola Scala da Leyla Gencer. Vario, fantasioso, virtuosistico. Una rassegna partita da Monteverdi giunta, con la valida collaborazione del pianista Richard Ammer, fino a uno squisito Ravel, attraverso liriche di Beethoven, Rossini, Donizetti, Verdi, Bizet e pagine d'opera di Händel, Vivaldi, Pergolesi, Paisiello. Diciotto brani in tutto, incluso un Lamento e morte di Maria Stuarda di Carissimi che in durata conava almeno per tre. In aggiunta quattro bis (Chopin, Donizetti) altermine dei quali la mitica Leyla embrava assai più divertita che tanca.
Apparsa in una fiammeggiante (unreadable) .... nica rossa, con le cui pieghe e olute si è graziosamente gingilta, evocando manti regali, cap .... (unreadable) da maga e volubili veli da zingara, la Gencer ha sciorinato i (unreadable) ....  opri sortilegi vocali con una fantasia e una duttilità stupefa....(unreadable) ti. Oltre che una grande cantante, è una donna d'uns presensta scenica incomprimibile, che re.... (unreadable).
(unreadable) .... anche quando, immobile e rottata, percorre con lo sguar .... (unreadable) la sala, facendo chiaramente .... (unreadable) ndere che lei, regina delle re.... (unreadable) donizettiane e, per giunta, «Nostra Signora dei Turchi», gli ... (unreadable) atori non propensi a entusia deliranti li manda al palo .... (unreadable) tante storie. Quindi spiana il viso, illumina gli occhi, sorride. lascia capire che, in realtà, il suo motto è: «lo sono dolcissima» e comincia a vezzeggiare e a scherzare con i piani, i pianissimi, gli ultrapianissimi, i picchettati, i gorgheggi, le fioriture, i trilli, i toni scuri e i toni chiari, gli sbalzi verso l'alto e ritorno e perfino con qualche nota un poco sghemba nell'intonazione o nel suono.
Maestra d'accenti e di colori, domina con uguale disinvoltura le melodie semplici e georgiche. Sa essere regale e salottiera, tragica e brillante, aggressiva e patetica. Ha una voce piccola, in definitiva, ma è come se ne avesse dieci. Questa è la sua magia. [Rodolfo Celletti]