Accademia Teatro alla Scala [1997 - 2002]

ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA

ACCADEMY OF LA SCALA THEATER

STUDENTS OF ACCADEMIA DURING GENCER ERA (1997 - 2008)

CORSO 1997 – 1999
SERENA FARNOCCHIA soprano
ANJA KAMPE soprano
ELENA CASSIAN mezzosoprano
SONIA PRINA contralto
GIUSEPPE FILIANOTI tenor
NIKOLA MIJAILOVIC baritone
Accademia (1997 - 1999) with Nikola Mijailovic
























CORSO 1999 – 2001

DOINA DIMITRIU soprano
CARMEN GIANNATTASIO soprano
LARISSA SCHMIDT mezzosoprano
NATALIA GAVRILAN mezzosoprano
FABIO CAPITANUCCI baritone
SIMON BAILEY bass-baritone
GIOVANNI BATTISTA PARODI bass
Accademia (1999 - 2001) with Carmen Giannattasio

















Accademia (1999 - 2001) Students with Gencer



















CORSO 2001 – 2003
ELENI IOANNIDOU soprano
DARIA MASIERO soprano
NINO SURGULADZE mezzosoprano
SIM TOKYUREK mezzosoprano
ROSARIO LA SPINA tenor
YASUHARU NAKAJIMA tenor    
CHRISTIAN SENN VASQUEZ baritone
DEJAN VATCHKOV bass
Accademia (2001 - 2003) Students with Gencer and Muti



















CORSO 2003 – 2005
IRINA LUNGU soprano
RIM SAE KYUNG soprano
ALESSIA GRIMALDI soprano
KLEOPATRA PAPATHEOLOGOU mezzosoprano
KIM KI HYUN tenor
VINCENZO TAORMINA baritone    
MASSIMO CAVALLETTI baritone
Accademia (2003 - 2005) Students together with Gencer after a performance

Accademia (2003 - 2005) Students together with Gencer, Franca Cella
and Vincenzo Scalera at Cella's residence

Accademia (2003 - 2005) Students at Franca Cella's residence

Accademia (2003 - 2005) Students at Franca Cella's residence


















































































CORSO 2005 – 2007
NINO MACHAIDZE soprano
YE WON JOO soprano
IRINA KAPANADZE soprano
TERESA ROMANO soprano
FRANCESCA RUOSPO soprano
KETEVAN KEMOKLIDZE mezzosoprano
THIAGO ARANCAM tenor
LEONARDO CORTELLAZZI tenor
GUIDO LOCONSOLO baritone
NIKOLOZ LAGVILAVA baritone
CARLO MALINVERNO bass

CORSO 2007 – 2009

AURORA TIROTTA soprano
SIMGE BÜYÜKEDES soprano
JUNG SHI YOUNG soprano
ANITA RACHVELISHVILI mezzosoprano
ASUDE KARAYAVUZ mezzosoprano
RICCARDO MASSI tenor
CHAE JUN LIM bass
JONG MIN PARK bass
Simge Büyükedes and Asude Karayavuz
Photo
 © TEATRO ALLA SCALA / MARCO BRESCIA, Milano








































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CORRIERE DELLA SERA                                            
1997.02.06

L'UNITA                                          
1997.02.06

LA REPUBBLICA
1997.02.06
MANUELA CAMPARI

Muti: La Scala sara 'Il Tempo della Voce

Milano - Nasce alla Scala un' Accademia per cantanti lirici. Progetto tenuto in lunga incubazione dal teatro milanese, voluto con tenacia dal suo direttore musicale, Riccardo Muti, sostenuto dal sovrintendente Carlo Fontana "perché esprima una civiltà musicale di alto livello". Ora tutto è pronto e, a metà aprile, cominceranno le selezioni. Saranno al massimo una dozzina i candidati ammessi a questo corso biennale di perfezionamento, che riceveranno una borsa di studio di due milioni al mese e potranno anche essere scritturati per qualche spettacolo.

Voci giovani (meno di 32 anni) provenienti da tutto il mondo, a carriera già iniziata o vincitori di concorsi. Non principianti, dunque, ma professionisti alle prime esperienze che, nel business della lirica, troppo spesso vengono bruciati da scelte sbagliate o intempestive. L' Accademia ha inoltre accordi di collaborazione con la Staatsoper di Vienna e l' Opéra di Parigi. Reso possibile dal contributo economico della Camera di Commercio di Milano, del Banco Ambrosiano Veneto e della Fondazione per il Teatro alla Scala, il corso sarà ospitato nei locali della Società Umanitaria. L' attività didattica spazia dalla tecnica vocale a elementi di regia e scenografia, fino alle tecnologie multimediali. Se la Julliard School di New York è considerata la più completa nella formazione di base dei cantanti, l' iniziativa della Scala lancia una sfida musicale tutta italiana, puntando al grado successivo della preparazione.

Basterebbero i nomi degli artisti che terranno seminari e master-class per renderla unica al mondo. Un cast che ha fatto la leggenda del melodramma: Luigi Alva, Carlo Bergonzi, Sesto Bruscantini, Mirella Freni, Leyla Gencer, Christa Ludwig, Magda Olivero, Hermann Prey, Elizabeth Schwarzkopf, Graziella Sciutti, Renato Scotto, Cesare Siepi, Giulietta Simionato, Renata Tebaldi. "I nuovi cantanti hanno pochi riferimenti, si ritrovano allo sbando. E un contatto diretto con la preziosa esperienza di questi artisti può valere più di ogni teoria", ha detto il maestro Muti, arrivato da Vienna dove sta preparando il debutto di Mefistofele, "e non c' è dubbio che, fatte le debite eccezioni, personalità vocali come quelle non se ne vedano più sulla scena, certi timbri e colori sembrano scomparsi. Le ragioni possono essere molte, ma la Scala ha l' obbligo morale di dare una mano ad affrontare il problema della tanto lamentata carenza di voci. Per Rossini e Mozart ve ne sono in sovrabbondanza, mentre è sempre più complicato trovare quelle giuste per Verdi, Wagner, Puccini".

Ad ascoltarlo, c' erano ieri alla Scala quattro dive del belcanto: Tebaldi, Simionato, Gencer, Olivero. A loro il direttore d' orchestra si è rivolto: "Sono grato per quanto ho imparato ascoltando le vostre interpretazioni, perché nonostante ciò che a volte mi viene imputato, il mio pensiero fisso durante la preparazione di un' opera è proprio il canto". Poi il maestro ha chiamato in causa la propria categoria: "Alcuni direttori d' orchestra sono corresponsabili del 'crollo' delle voci. Del resto, nel mondo, quelli di noi che lavorano con i cantanti si contano ormai sulle dita di una mano. C' è chi impugna la bacchetta senza aver mai visto il retro di un palcoscenico, senza sapere che cosa significhi il respiro per un cantante. Mi fanno sorridere certe recensioni che osannano presunti 'approfondimenti del personaggio' , quando noi sappiamo che il direttore non ha fatto neppure una prova di sala.

Senza contare quei registi che opprimono l' intelligenza drammatica del compositore, togliendo di mano al direttore la possibilità di fare una regia musicale dell' opera. Forse anch' io non sono senza macchia, ma se mi è capitato di 'cedere' a un regista, posso dire a mia discolpa di aver sbagliato in buona fede". Da queste considerazioni, Muti ha infine tratto il significato che l' Accademia dovrà avere: "Collegare il presente con la grande tradizione della Scala, che è fatta da tanti musicisti illustri. Il sottoscritto, nella storia di questo teatro, è solo di passaggio".


HÜRRİYET DAILY NEWSPAPER                                            
1997.04.02

September 1997
Teatro alla Scala, Milano

 
From September, Leyla Gencer taught Masterclass of Opera Interpretation and was the Artistic Director of the Academy of Lyric Opera of Teatro alla Scala



with Luisa Vinci (General Director of Accademia ) and Daniele Borniquez (Supervisor of Accademia) 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / LELLI E MASOTTI, Milano 







 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / LELLI E MASOTTI, Milano  








































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HÜRRİYET DAILY NEWSPAPER                                            
1998.05.19

ACADEMY CONCERT

22 October 1998

Teatro alla Scala, Milano

 

Academy of Lyric Opera Orchestra

Conductor: Riccardo Muti

 

A concert conducted by Riccardo Muti. Students from the Academy of Lyric Opera of Teatro alla Scala with Orchestra of the Academy of the Philharmonic of La Scala.

Corso di interpretazione: Leyla Gencer


Donatella Lombardi
Photo 
© TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

















LA REPUBBLICA

1998.10.25
MANUELA CAMPARI

Muti: la nostra scuola per le voci di domani

Milano - A debuttare in 13 forse porta anche fortuna. Perché non capita di certo a molti giovani cantanti lirici agli esordi di poter mostrare le proprie doti davanti a una platea in cui, per caso, c' è anche una gran parte dei sovrintendenti dei teatri d' opera italiani, arrivati a Milano per un importante convegno. Ma è proprio quello che è capitato l' altra sera alla Scala, dove i tredici allievi dell' Accademia di canto della Scala e gli 87 strumentisti dell' Accademia della Filarmonica si sono esibiti insieme in un concerto-saggio di celebri brani d' opera sotto la direzione di Riccardo Muti, che delle due scuole di perfezionamento è presidente. E la serata non poteva essere più festosa, con un pubblico di invitati che ha applaudito generosamente i bravi debuttanti e soprattutto il maestro Muti, la cui presenza ha dato risalto particolare all' impegno profuso, in un anno d' attività delle due Accademie, da docenti e studenti. "Finalmente, dopo tanti anni, siamo arrivati a realizzare queste Accademie alla Scala e, credete, è stato un atto di coraggio", ha detto il direttore. Come mai parla di coraggio? "Perché in queste scuole cerchiamo di trasmettere ai giovani, a chi suona e a chi canta, uno stile comune nel modo di fare musica, che è quello della tradizione italiana. Nel mondo, sempre di più, le identità vanno sparendo. In tempi non lontani era facile riconoscere un' orchestra dal suo suono. Anche i grandi cantanti del passato erano testimoni di un' indicazione forte di stile. Tutto questo va sparendo nel generico supermarket in cui anche la musica rischia di confondersi. Forse non sarà possibile sfuggire a questo destino ed è per questo che il nostro impegno appare difficile e controcorrente". Il soprano Leyla Gencer, che con il tenore Luigi Alva è tra i primi docenti dell' Accademia di canto, ha ricordato come la maggior insidia per i nuovi talenti sia la fretta: "Le buone voci cominciano troppo presto a girare da un teatro all' altro e si rovinano alla svelta". Così il vivaio della Scala "protegge" per due anni le voci, permettendo loro di avvicinare il grande repertorio seguendo anche il lavoro di preparazione delle opere in cartellone. Dall' anno prossimo saranno loro a fornire la "copertura" dei ruoli, intervenendo quando si dovesse presentare un' improvvisa necessità. E l' Accademia della Filarmonica, che utilizza a sua volta gli allievi come "sostituti", ha già emesso il nuovo bando d' ammissione ai corsi per 75 strumentisti.

LA REPUBBLICA

1998.10.31

Milano in musica

Lo "stile italiano" come risorsa culturale: non fonte di guadagno effimero, ma ricchezza da tramandare alle nuove generazioni. L' indicazione arriva dalla Scala, dove qualche giorno fa si sono presentati al pubblico, sotto la direzione di Riccardo Muti, 87 giovani strumentisti allievi dell' Accademia della Filarmonica e 13 nuove voci liriche dell' Accademia di canto del teatro. L' avvenimento ha rappresentato molto di più d' una felice serata di musica. è stato la testimonianza di un progetto politico- culturale che supera i consueti compiti svolti dai teatri d' opera, ossia produrre spettacoli e concerti. Il maestro Muti, la Filarmonica e la Scala hanno imboccato così una strada più ambiziosa e difficile: a partire dal prestigio della più celebre Opera del mondo, edificare un' istituzione permanente per la formazione di nuovi talenti. Fare scuola, creare un nuovo giacimento culturale, un patrimonio vivo al servizio del paese. L' obiettivo è impegnativo: trasmettere ai giovani non un generico "saper suonare o cantare bene", ma un particolare stile interpretativo, quello della scuola italiana. Strumentale e vocale. Per questo a insegnare, nelle rispettive Accademie, sono state chiamate le prime parti della Filarmonica e alcuni tra i grandi cantanti italiani del passato: Leyla Gencer, Luigi Alva, Giulietta Simionato, Magda Olivero, Carlo Bergonzi, Renata Tebaldi. In questo modo la Scala ha completato un percorso formativo che comprende anche le varie scuole già esistenti, dal ballo alla scenografia. Mancava l' ultimo passaggio, il più importante: quello legato all' esecuzione musicale. Ci sono voluti quasi dieci anni per realizzarlo, anche perché richiede un notevole sforzo economico. Alla fine è stato possibile grazie ai fondi europei (per l' Accademia della Filarmonica) e al contributo privato della Fondazione Milano per la Scala (per l' Accademia di perfezionamento dei cantanti). Un segnale di vitalità di Milano, della sua cultura e della società civile, in contrasto con i rituali lamenti sul declino della capitale ambrosiana. Il carattere di un suono è qualcosa che può essere tramandato solo attraverso un contatto diretto tra maestri e allievi. Lo fanno da sempre i filarmonici di Vienna. Ed è ciò che rende riconoscibile la "voce" di un' orchestra. Oggi in ogni campo le identità culturali rischiano l' estinzione. Capita anche nella musica. Muti ha ricordato che solo pochi decenni fa era facile riconoscere dal suono se un' orchestra era francese, tedesca, inglese o italiana. La diffusione dei dischi e l' internazionalizzazione hanno assottigliato le differenze. La volontà di resistere a questo processo è coerente con la visione di Muti, profondamente convinto che l' Italia possa sedere degnamente al tavolo europeo solo portando in dote i "parametri" della sua cultura. Anche dal mercato emergono chiari segnali che incoraggiano la valorizzazione delle identità. Solo pochi mesi fa, il presidente della Ddg, storica etichetta, ammetteva che si vendono meglio i dischi delle orchestre che hanno una propria personalità. Cultura ed efficienza non sono nemiche.

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ACADEMY CONCERT

14 March 1999
Teatro alla Scala, Milano
 
Accademia di Perfezionamento per Cantati Lirici del Teatro alla Scala
Accademia di Perfezionamento per Professori d’Orchestra del Teatro alla Scala
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Il Corsaro Non so le tetre immagini SERENA FARNOCCHIA soprano
Simon Boccanegra Il lacerato spirito ANDREA PAPI bass
Messa di Requiem Recordare SERENA FARNOCCHIA soprano / ELENA CASSIAN mezzo-soprano
Messa di Requiem Ingemisco LASHA NIKABADZE tenor
Don Carlos O don fatale SABRINA DE ROSE mezzo-soprano
Nabucco O dischius'è il firmamento  ELENA CASSIAN mezzo-soprano
La forza del destino O tu che in seno agli angeli LASHA NIKABADZE  tenor
Ernani Infelice! ... e tuo crevedi ANDREA PAPI bass
Il trovatore Condatta ell’era in ceppi SABRINA DE ROSE mezzo-soprano
La forza del destino Finale SERENA FARNOCCHIA soprano / LASHA NIKABADZE tenor / ANDREA PAPI bass


GULIO SABINO – GIUSEPPE SARDI
19 March 1999 (3 Performances)
Teatro Alighieri, Ravenna
 
Conductor: Ottavio Dantone
Stage director: F. Santamborgia
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]
 
GULIO SABINO – GIUSEPPE SARDI
15 April 1999
Teatro dell’Aquila, Fermo
 
Conductor: Ottavio Dantone
Stage director: F. Santamborgia
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]
 
NINA, LA PAZZA PER AMORE – GIOVANNI PAISIELLO
05 October 1999 (10 Performances)
Teatro Strehler, Milano
 
Conductor: Ottavia Dantone
Stage director: R. Cappuccio
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]



Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 





























CECCHINA, O SIA LA BUONO FIGLIOLA – NICCOLO PICCINI
17 November 1999
Teatro Giuditta, Saranno
 
Conductor: Enrico Gatti
Stage director: Andrée Ruth Shammah
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]
 
CECCHINA, O SIA LA BUONO FIGLIOLA – NICCOLO PICCINI
18 November 1999 (3 Performances)
Teatro Franco Parenti, Milano
 
Conductor: Enrico Gatti
Stage director: Andrée Ruth Shammah
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]

with Magda Olivero and Serena Farnocchia

with Renata Scotto































































CECCHINA, O SIA LA BUONO FIGLIOLA – NICCOLO PICCINI
26 November 1999
Teatro Fraschini, Pavia
 
Conductor: Enrico Gatti
Stage director: Andrée Ruth Shammah
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]
 
CECCHINA, O SIA LA BUONO FIGLIOLA – NICCOLO PICCINI
01 December 1999
Teatro Comunale, Lecce
 
Conductor: Enrico Gatti
Stage director: Andrée Ruth Shammah
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]

2 0 0 0

ACADEMY CONCERT

19 March 2000
Casa Verdi, Milano
 
Concerto Verdiano “Il Trovatore”
Verdi concert by the students of Academy of Lyric Opera of Teatro alla Scala at Casa Verdi.

Concert by students of the Academy of Lyric Opera of Teatro alla Scala [Natalia Uschakova (soprano), Giuseppe Montanari (conductor), Emilio Ruggerio (tenor), Piero Terranova (baritone), Doina Dimitriu (soprano), Carmen Giannattasio (soprano), Giovanni Battista Parodi (bass)

G.Verdi Retirement home for musicians 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 


Maestros Richard Barker, Giovanna Canetti and Roberto Negri, Antonio Magnocavallo, 
Gabriele Albertini – Mayor of Milan – Paolo Arca’ Teatro alla Scala Artistic Director, and 
Maestros Giuseppe Montanari and Leo Nucci 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

with Elisabetta Arca’, Paolo Arca’ 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

with Elisabetta & Paolo Arca’, Gabriele Albertini (Mayor of Milano) 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

 























































































DIALOGUES DES CARMELITES – FRANCIS POULENC
15 May 2000
Teatro Filodrammatici, Milano
 
Conversano per voi: Massimo Amato, Francesco Maria Colombo, Leyla Gencer, Marina Giaveri. Conduce: Angelo Foletto



 
CHI DELL’ARTI SI VESTE PRESTO SI SPOGLIA – DOMENICO CIMAROSA
04 July 2000 (2 Performances)
Cortile Seminario Archivcescovile, Milano
 
Conductor: Rizzi Brignoli
Stage director: C. Panti Liberovici
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]
 
LA BOHEME – GIACOMO PUCCINI
12 September 2000 (6 Performances)
Teatro alla Scala di Milano
 
Conductor: Niksa Bareza
Stage director: Franco Zeffirelli
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]

CORRIERE DELLA SERA                                            
2000.09.06

ACADEMY CONCERT
03 October 2000
Teatro alla Scala, Milano
 
Accademia di Perfezionamento per Cantati Lirici del Teatro alla Scala
Accademia di Perfezionamento per Professori d’Orchestra del Teatro alla Scala
Corso di interpretazione: Leyla Gencer

with Carlo Fontana, General Manager of La Scala 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

 



































CECCHINA, O SIA LA BUONO FIGLIOLA – NICCOLO PICCINI
27 November 2000 (2 Performances)
Teatro Piccini, Bari
 
Conductor: Enrico Gatti
Stage director: Andrée Ruth Shammah
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]

2 0 0 1

 
ACADEMY CONCERT
30 May 2001
Teatro alla Scala, Milano
 
Accademia di Perfezionamento per Cantati Lirici del Teatro alla Scala
Accademia di Perfezionamento per Professori d’Orchestra del Teatro alla Scala
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
“I Vespril Sicilianni”

Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

 


















UN GIORNO DI REGNO – GIUSEPPE VERDI
06 September 2001 (7 performances)
Teatro all Scala, Milano
 
Orchestras of La Scala Academy and Toscanini Academy and As.Li.Co. Chorus
Conductor: Nicola Luisotti
Scene and Costumes: Pier Luigi Pizzi
Corso di interpretazione: Leyla Gencer

Allestimento scenico di proprieta del Teatro Regio di Parma e della Fondazione Teatro Comunale di Bologna.


Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 























LA REPUBBLICA

2001.09.04
PAOLA ZONCA

Scala, siamo sempre più Verdi

L' Atmosfera è giocosa e leggera: cosa insolita per Giuseppe Verdi, che non si poteva proprio definire un allegrone. La musica è fresca, cordiale: rivela in molti punti il debito a Rossini e Donizetti, ma lascia presagire anche gli sviluppi futuri dello stile del "Cigno di Busseto", il bel fraseggio, la corposità del suono. L' ambientazione è provinciale e, anche se la vicenda si svolge in Francia, è un gioco da ragazzi riconoscervi luoghi e abitudini della Padania cara a Verdi: l' edonismo, l' amore per la buona tavola, il piacere delle feste. Sono varie, insomma, le ragioni per cui la Scala ha deciso di riesumare Un giorno di regno, l' opera giovanile di Verdi che ha debuttato proprio nella sala del Piermarini il 5 settembre del 1840. E non si tratta solo di un risarcimento morale dovuto al melodramma giocoso, che alla "prima" incassò un clamoroso insuccesso, tanto da non venir più riproposto da allora nel tempio della lirica. Ci torna ora dopo 161 anni, per la ripresa dell' anno verdiano che si concluderà il 7 dicembre prossimo con l' Otello diretto da Muti. Il debutto, nel quadro di un "Progetto Giovani", è fissato per giovedì, 6 settembre: giovani sono i cantanti del doppio cast, formato in gran parte da allievi dell' Accademia di perfezionamento scaligera (la responsabile è Leyla Gencer) affiancati dagli esperti Alfonso Antoniozzi e Massimo Giordano. Giovane è l' orchestra composta da membri delle Accademie della Scala e della Fondazione Toscanini: primo nucleo di quella formazione giovanile la cui nascita è stata annunciata di recente da Muti. Giovane, ma già affermato, è il direttore Corrado Rovaris, bergamasco cresciuto alla Scala. Il coro è dell' Aslico. Ad assicurare esperienza c' è invece un regista, scenografo e costumista blasonato come Pierluigi Pizzi, che alla Scala porta l' allestimento curato per il Teatro Regio di Parma nel 1997 nell' intento di ricercare, fra le opere verdiane, le più desuete e maltrattate. «L' ho studiata - ha spiegato Pizzi - non mi è sembrata affatto male, nonostante la trama molto convenzionale di opera leggera, basata sull' equivoco, ancora lontana dal classico melodramma verdiano. Ma non è così lacunosa da giustificare l' oblio. Così ho cercato di farla apparire al meglio, creando uno spettacolo che avesse una sua ragione e necessità». Pizzi ha voluto dare un' impronta più riconoscibile all' opera (che Verdi ambienta in Francia, a Brest ai primi del '700) portandola, nello stesso periodo, in un palazzo di Parma e sottolineando il piacere e il gusto per la buona tavola propri della terra emiliana. «L' azione scenica occupa un solo giorno e il preludio sottolinea l' antefatto con le musiche di un ballo a palazzo - spiega Pizzi - Poi la scena si apre al mattino, al momento della prima colazione. Ma tutti gli altri momenti della giornata sono scanditi dal culto della tavola: l' azione si svolge anche in cucina, e la situazione si sviluppa attorno a un coro di servitori, mentre i cuochi preparano sughi e salse, o in biblioteca, dove vengono serviti salumi, o ancora a sera, nel concertato finale, mentre viene servito un consommè innaffiato col lambrusco». E gli equivoci amorosi si risolvono in serata a pranzo, attorno alla tavola imbandita, con tutti e sette i personaggi principali in scena.

La Trama due matrimoni e molte schermaglie - Melodramma giocoso in due atti col libretto di Felice Romani, l' opera è ambientata da Verdi nei pressi di Brest, in Francia, ma il regista Pierluigi Pizzi ha trasposto la vicenda a Parma. Nel castello del decaduto barone di Kelbar arriva il re di Polonia, Stanislao. Ma non è il vero sovrano (che sta combattendo i suoi nemici) bensì il cavalier Belfiore che si è prestato alla finzione. Presto si terranno due matrimoni: quello della figlia del barone (Giulietta) col tesoriere, e quello tra la marchesa del Poggio, nipote del barone, e il conte Ivrea. Sentiti i nomi degli sposi, Belfiore rimane di stucco: infatti è innamorato della Marchesa del Poggio. Ma anche Edoardo, nipote spiantato del tesoriere e amante di Giulietta, è disperato e vuole arruolarsi con Stanislao. Il maggiore ostacolo alle nozze tra Giulietta ed Edoardo è la povertà di quest' ultimo: allora il finto re decreta che il tesoriere ceda a suo nipote un castello e una rendita. La Marchesa e il finto re, frattanto, si affrontano con schermaglie. Lei crede di riconoscere il suo antico amante, ma lui insiste nella finzione. Alla fine ribadisce di essere disposta a sposare il conte Ivrea. Il finto Stanislao dichiara di dover partire subito per la Polonia. Ma arriva la lettera del vero Stanislao che chiarisce tutto e ordina lo sposalizio tra Giulietta ed Edoardo. La marchesa si riconcilia subito con Belfiore. Le due nozze si faranno, ma con due mariti diversi. Tripudio generale, con gli gli sconfitti che fanno buon viso a cattivo gioco.

LA REPUBBLICA

2001.09.10
ANGELO FOLETTO
 
Giorno di Regno il gioco di Verdi infiamma la Scala
 
Milano - Se il 5 settembre 1840, debutto del Giorno di regno secondo cimento operistico di Giuseppe Verdi, alla Scala ci fosse stato il pubblico spensierato e plaudente dell' altra sera il "melodramma giocoso" non sarebbe finito nel dimenticatoio, né si sarebbe perpetuata con la complicità del compositore la leggenda del clamoroso fiasco intrecciato ai paralleli drammi familiari. Se però agli spettatori scaligeri il confronto verdiano con un genere (quello comico di radice rossiniandonizettiana) oramai spodestato nel favore del pubblico fosse stato proposto così, l' esito non felice della "prima" sarebbe stato del tutto giustificato. Con il Progetto Giovani la Scala ha voluto offrire, oltre un secolo e mezzo dopo, il riscatto al Giorno di regno mai più messo in cartellone: proposto nel collaudato allestimento di Pierluigi Pizzi che nacque nel 1997 al Regio di Parma (scenografia che si compone a vista con un ritmo lieve invano inseguito dalla musica: ispirata alle simmetrie architettoniche della Pilotta), diretto con spirito da Corrado Rovaris, suonato con poco brio da un' orchestra di giovani, e cantato con qualche disagio dai migliori allievi dell' Accademia di perfezionamento diretta da Leyla Gencer. Certo, senza le invidiabili abitudini degli spettatori di allora che l' ascoltarono in appendice a una stagione di altissimo profilo e ignorando il contesto artistico in cui la partitura nacque, il poco ingegnoso intreccio del Giorno di regno verseggiato dalla primadonna Felice Romani (sette libretti, quell' anno, erano suoi) possiede sufficiente alacrità narrativa. Corrado Rovaris l' ha inseguita con limpidezza, seppure eccedendo nella fiducia concessa all' orchestra uscita dai corsi di perfezionamento della Scala e della Fondazione Toscanini e non tenendo in conto la fragilità e l' inesperienza di palcoscenico di parte della compagnia. I tempi brillanti, fin troppo "strumentali" in alcune "strette", hanno dato smalto ai concertati; correggibile invece era la cura stilistica dei numeri solistici, eccessivamente seriosi e sanguigni per un' opera comica. Ma le mosse quasi ballettistiche dello spettacolo guidato dal veterano Alfonso Antoniozzi e dal florido Massimo Giordano, inciampavano frequentemente nel disagio del cantare e recitare insieme.
 
ACADEMY CONCERT
09 September 2001
Teatro alla Scala, Milano
 
Accademia di Perfezionamento per Cantati Lirici del Teatro alla Scala
Accademia di Perfezionamento per Professori d’Orchestra del Teatro alla Scala
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 

Giuseppe Montanari, Piero Terranova, Fabio Capitanucci, Eugenia 
Pont-Burgoyne, Natalia Gavrilan, Young Oh Eun, Carmen Ginnasttasio, 
Giovanni Battista Parodi, Larissa Schmidt, Simon Bailey, Leyla Gencer. 
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 


 

















2 0 0 2

 
ACADEMY CONCERT
Teatro Arcimboldi, Milano
22 June 2002
 
Accademia di Perfezionamento per Cantati Lirici del Teatro alla Scala
Accademia di Perfezionamento per Professori d’Orchestra del Teatro alla Scala
Conductor: Roberto Rizzi Brignoli
Corso di interpretazione: Leyla Gencer


CONCORSO 2003-2004 SEASON 
ACCADEMIA ALLA SCALA

Renata Scotto, Riccardo Muti, Leyla Gencer, Luciana Serra
Photo © TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 

























Scotto, Muti, Gencer, Serra, Luigi Alva
Photo © 
TEATRO ALLA SCALA / ANDREA TOMANI, Milano 































OBERTO – GIUSEPPE VERDI
Teatro Arcimboldi, Milano
09, 10, 11, 13, 14 September 2002
 
Orchestras of La Scala Academy and Toscanini Academy and As.Li.Co. Chorus
Conductor: Nicola Luisotti
Stage director: Pier’ Alli
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]
 


LA REPUBBLICA                                          
2002.09.07
ANGELO FOLETTO

Oberto riapre gli Arcimboldi

Riapertura giovanilistica ma senza alibi né soggezioni artistiche. Le cinque recite di Oberto, conte di San Bonifacio di Verdi che avviano lunedì la programmazione d' autunno al Teatro degli Arcimboldi rappresentano il frutto più tangibile del lavoro delle Accademie scaligere: tutti i quindici giovani debuttanti provengono dai tre bienni di corso per cantanti guidati da Leyla Genchr e l' orchestra è formata dagli allievi del corso di perfezionamento strumentale. Sempre dai ranghi delle scuole scaligere provengono anche parte del coro (a integrazione di quello dell' Aslico preparato da Alfonso Caiani) e i maestri sostituti. «Crediamo alla forza delle Accademie e dei giovani», ha proclamato il direttore artistico Paolo Arcà ricordando il tragitto artistico di questi corsi che hanno portato nelle ultime stagioni alla produzione «grande» di Bohème, Un giorno di regno e ora di Oberto, l' opera con cui Verdi iniziò il suo cammino di autore importante esordendo alla Scala il 17 novembre 1839. Il repertorio meno noto dell' Ottocento è al centro di questa fetta piccola ma sempre più ricercata di cartellone (per il prossimo anno è già in preparazione Ugo, conte di Parigi di Donizetti) ma non sono precluse altre scelte stilistiche come ha ricordato Leyla Genchr, animatrice dell' Accademia di canto fin da quando è stata rifondata nel 1997, che avrebbe voglia di affrontare con metodo anche la letteratura barocca, partendo dall' Ariodante di Haendel, magari riproposto nel meraviglioso allestimento creato negli anni ' 70 da Pier Luigi Pizzi. Le ambizioni attuali e future delle istituzioni didattiche scaligere (dai corsi è uscita anche Carmen Giannattasio, trionfatrice al concorso Domingo 2002) sono ben leggibili dietro la locandina di questo Oberto che terrà la scena fino al 14 settembre, portando a Milano e quindi, dal 15 al 23 ottobre, al Carlo Felice di Genova, uno dei più riusciti spettacoli verdiani degli ultimi anni. L' allestimento di Pier' Alli, nato nel 1999 al Teatro Lauro Rossi di Macerata, è fondato su una forte idea scenografica: una struttura lignea geometrica e modulabile centrata su un praticabile vagamente triangolare e inclinato che si dispone in figure drammaticamente molto suggestive. Costumi ottocenteschi, le brusche pannellature luminose ne fanno un racconto corrusco esemplare, in grado di riscattare l' acerba frammentarietà musicale di questa partitura d' esordio verdiano, che comunque il direttore Nicola Luisotti ama e giudica «con tenerezza, rimanendo però molto colpito dalla chiarezza e dall' energia con cui il ventiseienne Verdi seppe imporre il suo già maturo talento teatrale». Luisotti, una bella carriera già alle spalle, è al suo debutto alla Scala: ha prestato entusiasmo e pratica operistica alle tre compagnie di canto che stanno studiando insieme da mesi e che garantiranno alle recite di Oberto un interesse sempre rinnovato. Per la prima di lunedì, proposta con biglietti dai costi volutamente vantaggiosi (da 20 a 55 euro la platea, da 5 a 30 le gallerie), sono previsti il basso Giovanni Battista Parodi nel ruolo in titolo, il soprano Doina Dimitru, il tenore Jasuharu Nakajima, e il mezzosoprano Ninu Surguladze. Nelle sere successive (10, 11, 13, 14) si avvicenderanno Nicola Mijailovic, Deian Vatchkov, Anja Kampe, Irina Djioeva, Rosario La Spina, George Oniani, Larissa Schmidt, Milijana Nikolic e Sim Tokyurek. 

LA STAMPA                                            
2002.09.08

OBERTO – GIUSEPPE VERDI
Teatro Carlo Felice, Genoa
15 October 2002 (5 Performances)
 
Conductor: Nicola Luisotti
Stage director: Pier’ Alli
Corso di interpretazione: Leyla Gencer
 
Opere Prodotte dalla Attivita Didactica e di Direttore Artistico [La Scala Accademie]