Obituaries [from I to L]

OBITUARIES 
[From IHA News Agency to Los Angeles Times]
2008.05.10   

IHA NEWS AGENCY 

IL GIORNALE

Leyla Gencer e morta venerdì notte nella sua casa di Milano, ma era da tempo nella storia. Quella passata, delle regine mitiche, come Anna Bolena, Maria Stuarda, Elisabetta, Caterina Cornaro, protese alla gloria, votate al sacrificio, fatte rivivere di forza e consegnate a noi, infelici ma piene di bellezza e amore, anime nude nella furia delle parole scagliate o nella tenerezza di un filo di voce, che pareva Donizetti scrivesse per lei; o Alcesti che faceva piangere gli artisti del coro, come se Gluck d’improvviso avesse rivelato la più nascosta passione. Alla fine la gente inneggiava alla grandezza di lei e del teatro d’opera, alla Scala l’aspettava all’uscita sotto il portico, a Verona l’accompagnava per la piazza dell’Arena.

Quella presente. Non c’erano giorni in cui non ricevesse telefonate o scritti di qualcuno, giovane, che l’aveva scoperta, per esempio in qualche vecchio «disco pirata», come si chiavamano le registrazioni furtive catturate precariamente nei suoi famosi spettacoli, diventato di culto, o in qualche «blog» dove era presentata come segno di che cosa possa essere dal vero il melodramma.

Quella futura della nostra memoria e degli studi per ricostruirne la carriera, dalla Turchia nativa ai teatri d’Europa e del mondo, cercando le asperità e le dolcezze dei suoi personaggi: colta per le letture, per le amicizie con i grandi della letteratura e del teatro, da Bacchelli a Visconti, e con un fondo selvaggio nella sua natura di cui era fiera: «Io mi sento una pastora dell’Anatolia».

Una vita di lotte per portare la verità del teatro musicale contro la facile acquiescenza ai modelli sicuri, alla appagante e ingannevole superficialità. La ricerca accurata coi maestri, da De Sabata a Karajan, da Serafin a Muti. Gianandrea Gavazzeni con lei poté creare la Lady Macbeth più inquietante che si sia mai sentita. E in scena, De Lullo o Pizzi le aprivano scenari meravigliosi e la sentivano ogni giorno crescere.

Con la storia non era mai in pace, però. Si infuriava contro la mediocrità. Una volta, a una cena ufficiale, non so chi le domandò perché lei e gli artisti fossero sempre eccessivi. Gli rispose fulminea: «Perché altrimenti in scena saremmo noiosi come voi nella vita». Dirigeva da molti anni l’Accademia di canto della Scala, affascinando, spaventando, esaltando, amando, costruendo i giovani artisti. Ancora poche settimane fa, fece sentire chi era nel ridotto della Scala. Eravamo venuti a festeggiarla in tanti, per il compiersi dei 50 anni nel teatro, che le aveva dedicato un libro nuovo, curato da Franca Cella, e un incontro affettuoso. Stava già male, di salute. Ma alla fine la sua voce si alzò accorata e perentoria: voi artisti giovani, diceva, dovete amare tutto quello che studiate e che fate. Poi, forte, come un ordine: «E anche voi tutti, amate la vostra vita, amate quello che fate fino in fondo, altrimenti siete niente». Ci diceva così in quale modo dovremo sempre manifestarle la nostra riconoscenza.


IL MESSAGGERO

È morta Leyla Gencer, grande soprano
 
Milano. Leyla Gencer, soprano turco fra i più celebri della seconda metà del Novecento, si è spenta nella sua casa di Milano. A darne l'annuncio «con immenso dolore» è stato il Teatro alla Scala. La Gencer, nata a Istanbul il 10 ottobre 1928, quindi aveva 79 anni, è stata «una delle voci più emozionanti di ogni tempo» e adesso «si consegna alla memoria». «Non solo la Scala, suo teatro e sua seconda casa, - si legge nel breve comunicato - ma l'Opera stessa chiude con lei anni di splendore irripetibili. Le esequie verranno celebrate a San Babila alle 11 di lunedì 12. L'ultimo saluto a Leyla Gencer avverrà con le parole della religione che lei, figlia del vicino Oriente, cantò con passione e verità nelle pagine dei grandi musicisti della storia». Anche lo Sferisterio Opera festival di Macerata ha reso omaggio a Leyla Gencer: 41 anni fa infatti aveva riaperto il Teatro Lauro Rossi di Macerata con una memorabile interpretazione di Norma. Lo cita in una nota il direttore artistico Pier Luigi Pizzi, grande amico della cantante. E da ricordare che naturalmente anche il pubblico del Friuli Venezaia Giulia era affezionatissimo alla Gencer.

IL PICCOLO

Le ceneri del soprano Leyla Gencer, morta venerdì scorso a Milano a 80 anni d'età, sono state disperse nelle acque del Bosforo, dopo una solenne cerimonia funebre celebrata nel giardino di palazzo di Dolmabahche a Istanbul.

È morta la cantante Leyla Gencer una grande voce legata a Trieste

Trieste. Proprio mentre al «Verdi» è in scena una delle opere da lei più amate e delle quali ha lasciato lezione insuperata si è spenta a Milano Leyla Gencer, una delle più grandi voci del '900. Aveva 80 anni.

Artista dalla curiosità culturale straordinaria quanto la sua tecnica vocale e la sua classe, Leyla Gencer ha inscritto proprio nello scenario triestino l'immagine più significativa della sua personalità. Il «Verdi» è stato il teatro di alcuni suoi storici e versatili debutti negli anni cinquanta: dalla rivelazione del «Franco Cacciatore» accanto alla giovanissima Scotto alle leggendarie imprese del '57 con «Il Trovatore» e «Lucia di Lammermoor» in cui il magistero belcantistico attraversato dai caratteristici, emozionanti "filati" si fondeva con una sensibilità drammatica infallibile; dal «Werther» con Tagliavini nella stagione 1958/59 al rovente e allucinato «Angelo di fuoco» del '59; dall'evidenza pittorica di «Francesca da Rimini» (stagione 1960/61) alla creazione tenebrosa e impressionante di «Falena» con Gianandrea Gavazzeni sul podio.

Poi un rapporto ininterrotto di amicizia e di solidarietà: nel '76 il Recital sopraffino al Politeama Rossetti a beneficio dei bambini di Gemona terremotata, e nell'82 il quasi incredibile excursus donizettiano per i «Seminari di primavera»: quasi cinque ore in presa diretta nella sede Rai di Trieste tra lezione ed interpretazione.


IL TEMPO
Addio Gencer, erede di Maria Callas
Leyla Gencer è morta l'altra notte all'età di 80 anni nella ...

Interpretò ruoli importanti in opere, come "Madame Butterfly" di Puccini o "Lady Macbeth" di Verdi. Considerata da molto l'erede di maria Callas, ha solcato celebri palcoscenici, dalla Royal Open House al teatro Bolshoi di Mosca, diretta dai più grandi direttori. Riccardo Muti, in seguito al suo ritiro dalle scene nel 1983, le propose la direzione dell'Accademia della Scala.

IN FERNEM LAND 
Ha mort Leyla Gencer
Leyla Gencer in Recital RAI TV, 1982
Photo © POZZAR, Trieste 


Leyla Gencer Estambul, 10 d’octubre de 1928 – Milà, 10 de maig de 2008

Ha mort la soprano que ho va cantar tot i bé. Sempre a l’ombra de Maria Callas ha fet una carrera llarguíssima i plena de interpretacions memorables.

En aquesta improvisada crònica a l’espera d’un post com cal, us deixo a la Gencer cantant la darrera escena de la Lady Macbeth a Palermo a l’any 1960.

Al Liceu la recordarem sempre per la increible Paolina del Poliuto (Donizetti) del 7, 11 i 13 de desembre de 1975, per bé que va debutar al teatre en la inauguració de la temporada 1962-1963 en la Norma.


IN YORK
Turkish soprano Gencer, who performed at La Scala, dies
Suzan Fraser, Associated Press Writer
Leyla Gencer in “Aida” 1966
Photo: La Scala Archive © ERIO PICCAGLIANI, Milano



Ankara, Turkey (AP)—Soprano Leyla Gencer, who made her career at Italy's famed La Scala opera house, has died in Milan, officials said Saturday. She was 80.

The singer known as La Diva Turca—the Turkish Diva—died Friday of respiratory problems and heart failure at home in Milan, La Scala and the Turkish State Opera and Ballet said.

La Scala expressed "immense sorrow" over Gencer's death and said the singer had "one of the most emotional voices of any time."

It said in a statement that her performances at La Scala had provided "years of unrepeatable splendor."

Gencer was born in Istanbul in 1928 to a Polish mother and a Turkish father.

She studied privately in Ankara, the Turkish capital, with Italian opera singer Giannina Arangi Lombardi and made her operatic debut there in 1950, cast as Santuzza in Pietro Mascagni's "Cavalleria Rusticana" ("Rustic Chivalry")—a role she would later reprise on world stages.

Gencer, a contemporary of opera legends Maria Callas and Renata Tebaldi, made her La Scala debut in 1957, playing Madame Lidoine in the world premiere of Francis Poulenc's "Dialogues des Carmelites." She moved to the Milanese opera house after successful performances in Puccini's "Madama Butterfly" and Tchaikovsky's "Eugene Onegin" in Naples.

Her repertoire during a career spanning some 30 years included more than 70 roles.

At La Scala, she was cast as the first woman of Canterbury in the world premiere of Pizzeti's "L'Assasinio nella Cattedralle" ("Murder in the Cathedral"). A debut at the Royal Opera House, in London, came in 1962 when she performed Elisabetta in Verdi's "Don Carlo."

"Leyla Gencer, a world artist, had become our honor in the international scene and has inscribed her name on the history of opera," Culture Minister Ertugrul Gunay said.

"The Turkish opera, the international art world, have lost a great personality. She was one of the most important opera singers of the 20th century," said Rengim Gokmen, director of the Turkish State Opera and Ballet.

After retiring from opera in 1985, the singer devoted herself to discovering and training young talent. An annual Turkish-sponsored voice competition is named after her.

"Even if in her finals years she was not able to go on stage, she became a leader for Turkish opera stars and trained them," Gokmen said. "We owe her a lot."

La Scala said a funeral will be held Monday in San Babila Church in Milan.

The private Dogan news agency reported that her ashes will be taken to Istanbul to be scattered over the Bosporus, in line with her wishes. The strait forms the boundary between the European and Asian parts of Turkey.


JORNAL DO BRASIL

LA NACION 
Murio la soprano Leyla Gencer

La cantante lírica de origen turco Leyla Gencer murió anteanoche, a los 80 años, en su casa de Milán, anunció el teatro Alla Scala. "Fue una de las voces más emocionantes de todos los tiempos -afirmó el comunicado-. No sólo la Scala, su teatro y segunda casa, sino la ópera misma cierra con ella años de esplendor irrepetibles." Los críticos coincidieron en definirla como una de las voces más bellas y profundas que haya tenido el mundo de la lírica.

LA OPINION 

LE PANTHEON DES MUSICIENS
Denis Havard de la Montagne 
Photo © Foto Ceretti, Trieste
Surnommée "La Diva Turque", la soprano Leyla GENCER s’est éteinte le 10 mai 2008 à Milan, à l’âge de 80 ans. Installée en Italie depuis plus d’un demi-siècle, elle y a fait toute sa carrière, notamment à la Scala où elle débutait en 1957. Mal connue du grand public, cette interprète des héroïnes de Donizetti a en outre peu enregistré en studio. Et pourtant, son timbre de voix a souvent été qualifié de "superbe" et grand était son sens de la musicalité. D’aucuns l’ont parfois comparée à La Callas pour son engagement dramatique. Elle s’était notamment produite le 26 septembre 1983 à Paris lors de l’ouverture des festivités de la septième saison des "Lundis musicaux du Théâtre de l’Athénée" dans une admirable interprétation de 17 Polish songs de Chopin (avec Nikita Magaloff au piano).

C’est en Turquie, à Istanbul, qu’est née Ayse Leyla Ceyrekgil le 10 octobre 1928, fille d'Hasanzade Ibrahim Ceyrekgil, riche commerçant et d'Alexandra Angela Minakovska, d'origine polonaise. Elle débute des études musicales au Conservatoire de sa ville natale, et épouse à l'âge de 18 ans, en 1946, Ibrahim Gencer un jeune banquier rencontré au Lycée italien. En 1949, elle rejoint le Conservatoire d'Ankara où elle a notamment pour professeur de chant la soprano espagnole Elvira de Hidalgo (1892-1980) qui avait été auparavant au Conservatoire d'Athènes le professeur de Maria Callas. Parallèlement, elle se perfectionne en cours particuliers auprès de la soprano italienne Giannina Arangi-Lombardi (1891-1951). Ancienne gloire de la Scala de Milan dans les années vingt qui chanta notamment en Australie en 1924 aux côtés de Nellie Melba, c’est elle qui lui fit découvrir le répertoire lyrico-dramatique italien dans lequel elle va se spécialiser. En 1950 à Ankara, alors membre du Choeur du Théâtre National Turc, Leyla Gencer débute sur scène dans le rôle de Santuzza de Cavalleria Rusticana et commence à se faire connaître du public turc. Peu après, elle se rend en Italie pour achever ses études de chant auprès du baryton Appolo Granforte (1886-1975), un spécialiste des opéras de Verdi et de Wagner, qui avait également fait partie de la troupe de Nellie Melba lors de sa tournée en Australie. Elle travaille aussi auprès de Roberto Di Fernando, Adolfo Camozzo, Domenico Trezzio et plus spécialement l'opéra allemand avec Georg Reinwald. Le 16 juillet 1953, on la voit se produire à l’Arena Flegrea de Naples dans Cavalleria rusticana avant de bientôt chanter dans Madame Butterfly (11 février 1954) et dans Eugene Onegin (17 mars 1954) au Théâtre San Carlo. Trois années plus tard, c’est la Scala de Milan qui lui ouvre ses portes où elle paraît sur scène pour la première fois le 26 janvier 1957 pour la création du Dialogue des Carmélites de Poulenc (Mme Lidoine), sous la direction de Nino Sanzogno. Au cours des années suivantes, outre San Carlo et la Scala, elle chante dans les principaux théâtres italiens (Turin, Palerme, Trieste, Venise, Gène, Vérone, Parme, Florence) et sur bien d’autres scènes européennes (Belgrade, Lausanne, Varsovie, Moscou, Leningrad, Londres, Glyndebourne, Vienne, Salsbourg, Barcelone, Monte-Carlo, Paris), ainsi qu'aux Etats-Unis (San Francisco, Philadelphie, New York, Chicago, Dallas, La Nouvelle Orléans) et à Buenos Aires et Rio de Janeiro. Si au départ elle embrasse des rôles lyrico-dramatiques avec des opéras principalement verdiens (Rigoletto, Le Trouvère, la Traviata, Simon Boccanegra, Un Bal masqué, Aïda, Don Carlos), elle ne tarde pas à l’élargir en abordant dès 1958 le répertoire du bel-canto dans lequel elle va exceller, notamment dans d’autres opéras de Verdi (La Battagna di Legnano, Macbeth), de Rossini (Elisabetta regina d’Inghilterra), de Bellini (Norma, Beatrice di Tenda, I Puritani) et surtout de Donizetti : Lucrezia Borgia, Belisario, Roberto Devereux, Maria Stuarda, Anna Bolena, Caterina Cornaro, Les Martyrs. Plus de 70 rôles sont inscrits à son répertoire, dans lequel on trouve également des opéras de Cherubini (Medea), Simon Mayr (Medea in Conrinto), Gluck (Alceste), Ponchielli (La Gioconda), Zandonai (Francesca da Rimini), Mozart (Don Giovanni), Massenet (Manon, Werther), Cilea (Adriana Lecouvreur), Monteverdi (L'Incoronazione di Poppea), Pizzetti (Lo Straniero), Tchaikovsky (La Dama di Picche), Prokofiev (L'Angelo di fuoco), Britten (Albert Herring)...

Leyla Gencer se retire de la scène de théâtre en 1985, tout en donnant encore des concerts jusqu’en 1992. S'étant toujours produite comme récitaliste, parallèlement à sa carrière théâtrale, son répertoire dans ce domaine est également vaste, comportant de nombreux arias extraits de son répertoire d'opéras de Donizetti, Verdi, Bellini, Rossini et aussi de Debussy (L'Enfant prodigue), Gounod (Faust), Haendel (Joshua, Alcina), Rameau (Hippolyte et Aricie, Les Indes galantes), Pergolèse (L'Olimpiade), Meyerbeer (Il Crociato in Egitto), ainsi que des fragments de grandes œuvres chorales chantées par ailleurs (Les Nuits d'été de Berlioz, le Requiem de Verdi et celui de Donizetti, le Stabat Mater de Rossini, des motets de Mozart et de Vivaldi) et des mélodies, chants et autres lieder de Bellini, Donizetti, Rossini, Bizet (Le Matin), Poulenc (8 Chansons polonaises), Ravel (Mélodies populaires grecques), Debussy (Les cloches), Fauré (Clair de lune, Après un rêve, Ici bas)... Simultanément, elle se livre davantage à l'enseignement qu'elle avait déjà abordé depuis 1982, année où elle avait été nommée directrice artistique de l'"Associazione Lirica e Concertistica Italiana" (As.Li.Co.) de Milan qui s'occupe notamment de la formation des jeunes chanteurs. Plus tard, elle occupe des fonctions identiques à l'école d'opéra de la Scala, donne aussi de nombreuses masterclasses et, à partir de 1995, préside à Istanbul le concours international de chant le "Leyla Gencer Voice Competition", fondé par la "Turkey's Yapi Kredi Bank", dont l'un des dirigeants n'est autre que son mari, et à présent placé sous l'égide de la "Istanbul Foundation for Culture and Arts".

Curieusement, aucune grande maison de disques ne s'est jamais vraiment intéressée à Leyla Gencer, l'une des dernières gloires belcantistes du XXe siècle et c'est ainsi que les CD actuels, assez nombreux au demeurant, ne concernent pratiquement que des enregistrements "live", dont la qualité n'est pas toujours au rendez-vous. Ils permettent cependant de réécouter avec beaucoup de plaisir celle que l'on surnommait "The Turkish Diva", déclarée en 1988 "State artist" par le Président de la république turque. Parmi les nombreux disques disponibles sur le marché, on peut mentionner Béatrice di Tenda enregistré à la Fenice de Venise en janvier 1964 (Morgan Records, Myto), La Norma en octobre 1966 à la Scala de Milan (Myto), Anna Bolena en juillet 1958 à Milan (Myto, Sony), Rigoletto en juin 1967 à Buenos Ayres (Myto), Macbeth en avril 1968 à Venise (Opera Italiana, Melodram), Simon Boccanegra en août 1961 à Salzburg (Opera d'Oro), La Traviata en août 1964 à Rio de Janeiro (Bongiovanni), Lucrezia Borgia en octobre 1971 à Bergame (Myto), Les Martyrs en juin 1978 à Venise (Italian Opera Rarities), Maria Stuarda en mai 1967 à Florence (Nuova Era)..., ainsi que ses récitals à Paris en 1980, 1981 et 1985 (Bongiovanni).

Récompensée par un "Puccini Honorary Award" de la prestigieuse Fondation Licia Albanèse-Puccini, qui lui avait été remis au Lincoln Center de New York en novembre 2002, Leyla Gencer est décédée le 10 mai. Ses obsèques ont été célébrées à Milan en l'église San Babila, suivies de sa crémation et, suivant ses souhaits, le 16 mai ses cendres ont été dispersées à Istanbul sur les eaux du Bosphore.


LA NUOVA

Addio al soprano Leyla Gencer

Milano. Leyla Gencer, morta l'altra notte all'età di 80 anni nella sua casa di Milano, è stata una delle voci più belle e più profonde del mondo dell'opera. La Gencer, nata a Istanbul il 10 ottobre del 1928, aveva esordito nel 1950 in una rappresentazione amatoriale della Cavalleria rusticana, interpretando Santuzza. Era quindi seguita una vita di successi e gratificazioni, interpretando ruoli importanti in opere come Madame Butterfly di Puccini o Lady Macbeth di Verdi. Nella sua lunga carriera il soprano ha calcato i più importanti palcoscenici del mondo, dalla Royal Open House al teatro Bolshoi di Mosca. E' stata diretta dai più grandi direttori. Riccardo Muti, in seguito al suo ritiro dalle scene nel 1983, le aveva proposto la direzione dell'Accademia della Scala perchè la considerava in grado di formare le giovani voci liriche. La Gencer ha molto viaggiato facendo conoscere al mondo la sua voce e le sue doti interpretative che hanno spinto diversi critici a definirla erede di Maria Callas.


LA PRENSA
 

LA PROVINCIA PAVESE

Addio al soprano Leyla Gencer Era una delle ultime dive del secolo
 
Milano. La cantante lirica Leyla Gencer è morta venerdi notte all'età di 80 anni nella sua casa a Milano. Lo ha annunciato ieri il Teatro alla Scala rendendo omaggio al soprano di origine turca, una delle voci più emozionanti di ogni tempo. «Non solo la Scala, suo teatro e sua seconda casa, ma l'opera stessa chiude con lei anni di splendore irripetibili», dice la direzione del teatro. I funerali si terranno lunedi alle 11 nella Chiesa di San Babila. Considerata una delle ultime grandi dive del Novecento e dotata di una tecnica vocale superba e di notevoli qualità interpretative, la cantante, nata ad Istanbul, riusci a imporsi ad un pubblico internazionale, insieme alla Callas, alla Caballè e alla Sutherland, presentando un repertorio ampio e impegnativo. Grande interprete donizettiana, si è distinta anche in alcuni grandi personaggi verdiani, belliniani e pucciniani.

LA REPUBBLICA
Scala, addio all'ultima diva
Angelo Foletto

Con poche parole, poche settimane fa al foyer della Scala, Leyla Gencer aveva riassunto con discrezione un' aristocratica vita nella musica indirizzata in modo intelligente, colto e artisticamente esigente: «Sono una persona molto fortunata. Ho sempre fatto quel che mi interessava: nei teatri migliori, e con le persone giuste. E ora posso trasmettere ai giovani la medesima passione per bellezza, arte e musica». Nata a Istanbul il 10 ottobre 1928, la soprano si è spenta ieri a Milano. La Scala ieri sera le ha reso omaggio con un minuto di silenzio prima della rappresentazione di 1984. Le esequie verranno celebrate nella chiesa di San Babila alle 11 di domani. Regina del bel canto, ultima diva, Leyla Gencer ha scritto pagine decisive nella storia dell' interprezione operistica. Allieva ad Ankara di Giannina Arangi Lombardi, grande soprano toscaniniano, debuttò nel 1950 in Cavalleria rusticana, con cui esordì anche in Italia nel 1953 al San Carlo di Napoli. Date e teatri di primissima importanza si susseguono in tutto il mondo. In un decennio la Gencer, richiesta dai direttori capaci di sfruttarne le rare doti vocali, di intelligenza e apertura musicale e di sensibilità scenico-teatrale, divenne una delle cantanti più note e apprezzate al mondo. E seppe imporre una personalità unica non soffrendo la vicinanza (e la concorrenza) che sul repertorio melodrammatico la poneva a confronto con Callas/Tebaldi e Caballè / Sutherland.

In tale ambito, grazie a musicisti-intellettuali esuberanti come Gianandrea Gavazzeni, fu la destinataria ideale di storiche riprese: di Rossini, del primo Verdi e Donizetti. Le sue regine donizettiane furono sovrane nella voce e nel gesto come non più. Dopo aver abbandonato con garbata (auto)ironia le scene nel 1983 con La prova di un' opera seria di Gnecco, alla Fenice, s' era dedicata con slancio, pragmatismo e una vitalità che mise alla corda i placidi ritmi del teatro, all' Accademia di canto della Scala, chiamata da Carlo Fontana e Riccardo Muti. Docente inflessibile e materna, adorata dagli allievi come era stata idolatrata dal pubblico, creò una scuola di alto perfezionamento, chiamando i migliori colleghi, da Luigi Alva, a Luciana Serra, a Mirella Freni che era attesa per l' avvio del suo nuovo corso. Da decenni abitava in una casa ricca di ricordi e di libri, animata da letterati e uomini di teatro, alternandola con quella sul Bosforo dove tornava quando poteva, non soltanto per gli obblighi imposti dal Concorso internazionale di canto intitolato a lei, e giunto alla sesta edizione, ma per rivedere una patria sempre molto vicina, che nel 1988 l' aveva investita della carica di "Artista di Stato".


LA STAMPA

LA VANGUARDIA
Murio en Milan la soprano turca Leyla Gencer

Milan, Italy - La soprano turca Leyla Gencer murió el viernes por la noche a los 79 años en su domicilio de Milán (norte de Italia), anunció el teatro de La Scala en un comunicado.

La Scala rindió homenaje a "una de las voces más emocionantes" de su tiempo, precisando que los funerales tendrán lugar el lunes

La fundación cultural turca de Estambul que organiza un concurso de canto con su nombre precisó que sus cenizas serán esparcidas en el Bósforo

Nacida en Estambul en octubre de 1928, "La diva turca", como se le apodó, debutó en La Scala de Milán en 1957 interpretando el papel de Madame Lidoine en el estreno mundial de "Diálogos de las Carmelitas", del francés Francis Poulenc.

La soprano interpretó más de 70 papeles, especializándose en las heroínas del compositor italiano Gaetano Donizetti y cantando en los grandes escenarios mundiales, como el Covent Garden de Londres y la ópera de San Francisco. Gencer se retiró de los escenarios en 1985.


LA VANGUARDIA 
Muere diva de opera

Ankara, Turkey - La soprano turca Leyla Gencer, quien desarrolló su carrera en La Scala de Milán, ha muerto, informaron el sábado dos teatros líricos.

Tenía 79 años. Conocida como "La Diva Turca", Gencer murió de insuficiencia cardiorrespiratoria en su casa de Milán el viernes, informaron La Scala y la Opera y Ballet Estatal de Turquía.

La Scala expresó su "enorme pesar" y dijo que la cantante tenía "una de las voces más emotivas de cualquier época". Sus actuaciones en La Scala proporcionaron "años de esplendor irrepetible".

La Scala rindió homenaje a "una de las voces más emocionantes" de su tiempo, precisando que los funerales tendrán lugar el lunes. Gencer fue contemporánea de las legendarias Maria Callas y Renata Tebaldi.

Nacida en octubre de 1928, "La Diva Turca" debutó en La Scala de Milán en 1957, interpretando el papel de Madame Lidoine en el estreno mundial de "Diálogos de las Carmelitas", del francés Francis Poulenc.

Previamente, había actuado con éxito en "Madama Butterfly" de Puccini y "Eugene Oneguin" de Chaicovski en Nápoles. La soprano interpretó más de 70 papeles, a lo largo de 30 años, especializándose en las heroínas del compositor italiano Gaetano Donizetti y cantando en los grandes escenarios mundiales, como el Covent Garden de Londres y la Opera de San Francisco. Se retiró de los escenarios en 1985.

La fundación cultural turca de Estambul, que organiza un concurso de canto con su nombre, precisó que sus cenizas serán esparcidas en el Bósforo.

"Leyla Gencer, artista mundial, era nuestro honor en la escena internacional y ha inscrito su hombre en la historia de la ópera", dijo el ministro de Cultura turco Ertugrul Gunay.

Gencer nació en Estambul, de madre polaca y padre turco. Su maestra fue la cantante italiana Giannina Arangi Lombardi.

Debutó en 1950 en Ankara, en el papel de Santuzza en "Cavalleria Rusticana".


LA VANGUARDIA
2008.05.14

LANSING STATE JOURNAL

LE FIGARO 
Déces de la soprano turque Leyla Gencer

La soprano turque Leyla Gencer est décédée hier soir à l'âge de 79 ans à son domicile de Milan (nord de l'Italie), a annoncé le théâtre de La Scala dans un communiqué. La Scala a salué "l'une des voix les plus émouvantes" de son temps, précisant que ses funérailles auraient lieu lundi.

Une fondation culturelle turque basée a Istanbul, qui organise un concours de chant portant son nom, a précisé que ses cendres seraient dispersées dans le Bosphore.

Née à Istanbul en octobre 1928, celle qui était surnommé "La diva turque" a chanté pour la première fois à La Scala en 1957, interprétant le rôle de Madame Lidoine dans la première mondiale du "Dialogues des Carmélites" de Poulenc.

La soprano, qui a chanté plus de 70 rôles, en particulier ceux d'héroïnes de Donizetti, a chanté sur les grandes scènes mondiales, notamment en 1962 à Covent Garden à Londres et en 1956 à l'opéra de San Francisco. Elle s'était retirée de la scène en 1985.


LE MONDE
Leyla Gencer; soprano turque

Comme il est coutume de dire que la contralto britannique Kathleen Ferrier (1912-1953) occulta l'importance de sa consoeur hollandaise Aafje Heinis, ou que la carrière de la soprano autrichienne Elisabeth Schwarzkopf (1915-2006) brima celle de Lisa della Casa, il est souvent prétendu que la soprano turque Leyla Gencer, qui vient de mourir, à Milan, samedi 10 mai, à l'âge de 79 ans, a souffert du statut de légende vivante de sa rivale Maria Callas (1923-1977). Comble de malchance pour Gencer, une autre rivale fameuse, Renata Tebaldi (1922-2004), s'interposa entre elle et Callas... Mais si le chant essentiellement apollinien de Tebaldi ne pouvait se comparer par sa nature à celui de Callas, l'engagement dramatique de Gencer le rappelait en bien des points.

A l'époque de ses débuts à la Scala, dans la première mondiale, en italien, des Dialogues des carmélites, de Francis Poulenc, en 1957, Leyla Gencer était souvent affectée aux deuxièmes distributions de l'illustre maison milanaise, tandis que Callas régnait sur les premières. Mais "la Diva turque", qui avait fait ses débuts à Ankara, en 1950, aura chanté un répertoire plus large (72 rôles), qui, outre le bel canto italien (avec une prédilection pour Donizetti), comprenait des créations et des opéras du XXe siècle ainsi que beaucoup de raretés oubliées de l'opéra italien du XIXe siècle qu'elle servait avec un respect scrupuleux du texte et de ses indications. Gencer partageait avec Callas un caractère trempé et ombrageux et les anecdotes à propos de ses "caprices" ne manquent pas.

En dépit d'une rivalité entretenue surtout par les partisans de la Grecque et de la Turque, Gencer reconnaissait cependant, dans un entretien en anglais transcrit sur le site Internet www.belcantosociety.org que Callas "avait la voix la plus imparfaite du monde, mais cela ne veut rien dire. Elle était pleine de défauts, mais elle avait le feu sacré. Elle était merveilleuse. Qui l'égale aujourd'hui ?".

Un chant engagé

Si Callas est aujourd'hui aussi connue que du temps où elle chantait sur scène, c'est notamment en raison d'un legs discographique important. Leyla Gencer a quant à elle peu enregistré en studio, et les témoignages de son art sont le plus souvent captés sur le vif et publiés dans des éditions pirates, en opéras séparés ou en coffrets anthologiques. On trouve beaucoup d'extraits filmés, certains publiés officiellement (par la firme américaine Vai), d'autres reproduits par des particuliers sur des sites Web, dont YouTube.

Le chant de Gencer était extrêmement engagé, et ses incarnations dramatiques allaient parfois à l'encontre de la beauté du son. Elle manquait d'agilité, mais le timbre était superbe et sa musicalité en aura touché plus d'un. Sa qualité première est demeurée un aigu pianissimo dont elle a parfois abusé, surtout lorsque le tonus de la voix lui manquait et que le vibrato la gagnait dans les nuances fortes. La chanteuse reconnaissait d'ailleurs qu'elle avait donné "davantage de mauvaises représentations que de bonnes".

On l'entend ainsi se produire, à 50 ans, à l'Opéra de San Francisco, avec la voix d'une chanteuse en toute fin de carrière. Mais ce document, reproduit sur le site www.youtube.com, est, comme tant d'autres, enregistré dans des conditions précaires et donc sujet à caution. Gencer ne se retirera de la scène lyrique qu'en 1985 et ne donnera plus que des concerts, jusqu'en 1992. Ensuite, elle s'est consacrée à l'enseignement, notamment à la Scala de Milan, où elle fut directrice du programme pour les jeunes chanteurs à l'instigation du chef d'orchestre Riccardo Muti.

Après une crémation à Milan, le 12 mai, ses cendres devaient être dispersées dans la baie du Bosphore, dans son pays natal. Renaud Machart.

En savoir plus sur

 

LEDGER-ENQUIRER

LINCOLN JOURNAL-STAR

LOS ANGELES TIMES