MACBETH
Giuseppe Verdi (1813 - 1901)
Opera in four acts in Italian
Libretto: Francesco Maria PiavePremièr at Florance – 14 March 1847
27†, 30 December 1969
Teatro Massimo, Palermo
Conductor: Gianandrea Gavazzeni
Chorus master: n/aStage director: Aldo Mirabella Vassallo
Choreogrphy: Ugo Dall'Ara
Scenes: Mischa Scandella
Costumes: Marius Prassinos
Lady Macbeth LEYLA GENCER soprano
Macbeth MARIO ZANASI baritone
Duncano: ADALBERTO BIANCHINI silent
Banquo a general AGOSTINO FERRIN bass
Fleanzio ANTONIO RIINA silent
Macduff a Scottish nobleman GIANNI RAIMONDI tenor
Three apparitions GIUSEPPE DI TRAPANI, MARIDA GAINOTTI, GIGLIOLA CAPUTI silent
Lady-in-waiting to Lady Macbeth MARIA PARAZZINI soprano
Domestico DANILO CAPRI bass
Lady-in-waiting to Lady Macbeth MARIA PARAZZINI soprano
Domestico DANILO CAPRI bass
Malcolm son of Duncan GIAN PAOLO CORRADI tenor
Doctor ENTRICO CAMPI bass
† Recording date
Doctor ENTRICO CAMPI bass
Time: 1040
Place: Scotland † Recording date
LA REPUBBLICA
2017.01.21
PIERO VIOLANTE
La diretta di "Macbeth" dal Teatro Massimo di Palermo
La guida all'ascolto dell'opera di Giuseppe Verdi che
inaugura la stagione del teatro di piazza Verdi
Pubblicato piu di un anno fa 3 minuti di lettura
Macbeth, melodramma in quattro atti su libretto di
Francesco Maria Piave da Shakespeare, andò in scena al Teatro La Pergola in
Firenze il 14 marzo 1847. È considerata dai verdiani doc la pietra angolare del
teatro di Verdi perché è la prima opera che si offre come "studio
d'anima" e perché nel suo primo incontro con il venerato Shakespeare - che
il musicista storpiava in "Shacspear" - rivela in modo
"esemplare" la conquista di un "severo e profondo ideale
drammatico" musicalmente innovativo. Ebbene questa profetica superiorità
di "Macbeth" ha stentato ad affermarsi. Lo testimoniano le analisi
guardinghe, con molti se e ma, di Massimo Mila che, come ebbe ad affermare
Gianandrea Gavazzeni, tradiva la sua formazione crociana proprio nel suo
imbarazzo per le "opere minori" e nel privilegiare le vette.
Se in Germania la Verdi- Renaissance risale agli anni
Venti, in Italia bisogna attendere gli anni Cinquanta e coincide con
l'interpretazione di Maria Callas sotto la guida rapinosa di Victor de Sabata
alla Scala. Quella sera "Macbeth" ruppe le catene degli "anni di
galera". Quel recupero - al quale, va ricordato, contribuì un'altra
cantante straordinaria, Leyla Gencer, pose l'opera formalmente oltre il Verdi
della trilogia popolare, congiungendola all'ultimo Verdi. Dopo Callas - de
Sabata, dopo Gencer - Gavazzeni e Gencer - Gui, l'opera è stata vista non più
come un anello di passaggio - pur essendo ritenuta tra le opere giovanili più
interessanti insieme ad Ernani e Luisa Miller - ma anticipazione sperimentale
drammaturgico- musicale, successivamente addomesticata.
È in questo contesto che "Macbeth" approda a Palermo per la prima
volta nel 1960 con la Gencer e Giuseppe Taddei. Sul podio Vittorio Gui.
Ragazzo, ne rimasi ammaliato. Una registrazione disponibile, ora anche su
Youtube, conferma quella fascinazione. Straordinario Taddei: forte, tondo,
chiaro nelle dizione; lancinante la drammaticità espressiva della Gencer
"una turca da favola, pienotta dal volto circasso", ricorda con più
precisione Lanza Tomasi; travolgente la direzione di Gui. Una meraviglia.
A partire da quegli anni, i critici leggeranno nel Macbeth , nella prima
stesura dell'opera (Verdi sottopose l'opera a revisione negli anni Sessanta ma
non in modo radicale come per il Simon Boccanegra ) le molte innovazioni
formali riguardanti l'audacia sorprendente degli sviluppi armonici; la timbrica
scabra e pungente (le fanfare dell'ultimo atto non saranno sfuggite a
Stravinskij), l'uso della tonalità. Il tutto immerso in un colore scuro che non
ha eguali e sul quale insisteva già il Rossini dell'Otello.
Il "Macbeth" di Emma Dante, tutte le invenzioni
della regia
La foresta di Birnam che avanza minacciosa verso Macbeth
col suo presagio di morte sarà formata da sicilianissimi fichidindia, mentre il
delirio sonnambulistico di lady Macbeth vedrà un lettino d'ospedale in scena. E
ancora un cavallo scheletro per il re assassino, Macbeth che si sdoppia facendo
apparire il lato più debole della sua personalità tanto che avrà difficoltà a
compiere il suo primo omicidio. E' l'opera di Verdi secondo la regista Emma
Dante che sabato sera inaugura la stagione del Teatro Massimo. Tra le
invenzioni della regista, le streghe sempre inconte, ingravidate da un gruppo
di satiri. (foto Franco Lannino/ Studio Camera)
I verdiani doc si battono sulla consapevolezza del
Maestro della rivoluzione espressiva e teatrale che "Macbeth"
incarna. A riprova esibiscono le lettere al "povero" Piave e in cui
Verdi lo sprona a raggiungere la "brevità" e la "sublimità"
del testo shakespeariano; a dargli insomma la "parola scenica".
Consegue a questa preoccupazione icastica, quella inedita per Verdi che i
cantanti non cantassero ma recitassero. E alla prima, dopo Firenze, al San
Carlo di Napoli, difatti il musicista si mostra preoccupato per la bellezza
della voce della protagonista, la celebre Tadolini: "Ha troppo grandi
qualità per fare questa parte. Vi parrà questo un assurdo ma non lo è ... Io
vorrei in Lady una voce aspra soffocata cupa ".
Sarà la voce della Callas e della Gencer. E aggiungeva Verdi: "Avvertite
che i pezzi principali sono due: il duetto tra Lady Macbeth e Macbeth e il
sonnambulismo. Se questi pezzi cadono l'opera è perduta: e questi pezzi non si
devono assolutamente cantare: bisogna agirli e declamarli con una voce ben cupa
e velata, senza di ciò non può essere l'effetto. L'orchestra con la
"sordina". La scena estremamente oscura". Dopo il 1960,
"Macbeth" ritorna a Palermo nel 1969 con la Gencer ma con Gavazzeni
sul podio. Ne fummo entusiasti. Una terza volta è nel 1976, al teatro
Politeama, con Glossop e Olivia Stapp, la direzione di de Fabritiis, le belle
scene di Pizzi, la regia molto elegante di Alberto Fassini.
L'ultimo "Macbeth" risale al 2003. Sul podio Gabriele Ferro. Regia di
Nekrosius, enigmatico maestro della scena contemporanea. A mia memoria fra le
più "avanzate" produzioni del Teatro Massimo.
Macbeth
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave
Direttore Gabriele Ferro
Regia Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Coreografia Manuela Lo Sicco
Maestro d'armi Sandro Maria Campagna
Light designer Cristian Zucaro
Assistente regia Giuseppe Cutino
Assistente scene Roberto Tusa
Assistente costumi Sylvie Barras
Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro Massimo
Compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante
Maestro del Coro Piero Monti
Nuovo allestimento del Teatro Massimo in coproduzione con il Teatro Regio di Torino e con l'Associazione Arena Sferisterio / Macerata Opera Festival.
Parrucche Mario Audello (Torino)
Calzature Epoca srl (Milano)
CAST
Macbeth: Giuseppe Altomare
Banco: Marko Mimica
Lady Macbeth: Anna Pirozzi
Dama di Lady Macbeth: Federica Alfano
Macduff: Vincenzo Costanzo
Malcolm: Manuel Pierattelli
Medico: Nicolò Ceriani
Domestico/Sicario/Araldo: Antonio Barbagallo
Apparizioni: Marko Mimica, Emanuele Ciminna/Federica Quattrocchi, Riccardo Romeo
Duncano: Francesco Cusumano
Fleanzio: Nunziatina Lo Presti
Attori della Compagnia di Emma Dante e Allievi della Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo
COMPLETE RECORDING
1969.12.27
Recording Excerpts [1969.12.27]
Nel di della vittoria io le incontrai Act I Scene V
Fatal mia donna! un murmure Act I Scene XIII
La luce langue, il faro spegnesi Act II Scene II
Si colmi il calice Act II Scene V
Una macchia qui tuttora Act IV Scene IV