PIKOVAYA DAMA [La dama picche]

Piotr Ilitsch Tchaikovsky (1840 - 1893)
Opera in three acts in Russian [Sung in Italian]
Libretto: Modest Tchaikovsky
Premièr at St. Petersburg – 19 December 1890
30 March - 03, 07 April 1963
Teatro Nuovo, Torino

Conductor: Franco Capuana
Chorus master: Mario Tagini
Stage director: Carlo Piccinato
Scene and costumes: Enzo Deho

Tchekalinksy an officer RAIMONDO BOTTEGHELLI tenor
Sourin an officer ALESSANDRO MADDALENA bass
Herman a young officer GIUSEPPE CAMPORA tenor
                                       ANTONIO ANALARO tenor
Count Tomsky PAOLO WASHINGTON baritone
Prince Yeletsky RENATA CAPECCHI baritone
The Countess MARIANNA RADEV mezzo-soprano
Lisa her granddaughter LEYLA GENCER soprano
Pauline Lisa’s companion ANNA MARIA ROTA contralto
Governess ANNA DI STASIO mezzo-soprano
Mascha Lisa’s maid GIUSE GERBINO CROTTA soprano
Master of Ceremonies ARMANDO BENZI tenor
Tchaplitsky a gambler ARMANDO BENZI tenor
Narumoff a gambler GIOVANNI ANTONINI bass
Chloe M. NATIVO soprano
Daphnis (Pauline) in the interlude R. FIUMICELLI contralto
Plutus (Tomsky) in the interlude I. DORSI baritone

Time: End of Eighteenth Century
Place: A country estate; St. Petersburg


OPERA MAGAZINE                                              
1963 March

LA STAMPA                                              
1963.03.29
Un'opera di Ciaicovski
domani in prima a Torino
 
E' «La dama di picche», composta alla fine del’800
 
Marga Nativo, 20 anni, prima ballerina del Maggio Fiorentino. Eseguirá l'interludio dell'opera di Ciacovaki
Il  secondo spettatcolo della stagione lirica allestita dall'Ente Regio al Teatro Nuovo presenta demani sera per la prima volta a Torino un'opera di Ciacovski. Si tratta della Dama di picche ispirata da un racconto di Puskin, rappresentata in «prima ascolata» Pietroburgo il 7 dicembre 1890.
L’edizione torinese sara diretta da Franco Capuana, il quale ha appena terminato le  tre recite del Paritori, ed ha sottoposto gli interpreti delle Dama di picche a una preparazione interaissima, fine a undici ore il giorno. L'opera non e certamente di facile esecuzione, e chiede molto al sual cantanti. I tre interpreti dei principali personaggi esaschile il tenore Giuseppe Campora (Ermanno), il basso Paolo Washington (il gente Temsky) e il baritono Renate Cappecchi (Il pincipe Jeleski) …. Unreadible …. questo melodramma
Più facile - perché l'hanno gli asagalto molte volte – il compito del soprano Layla Gencer la cantanta turca che il pubblico torinese ebbe modo di applaudire lo scorso anno del Don Gloveeni di Mesart della parte di Lisa, e del mazzosoprano Marianna Radev, jugoslava, «la dama di picche».
Completamente nuova, gli alla parte, sis al pubblicoto torinese, la giovanissima danzatrice Marga Native, pri ballerina del Teatro Comunale di Firenze, a del Maggio musicale forentine. Ha vent'anni cominciò a, danare nel 1954.
Ebbe le prima parti di ballerina solista a quattordici anni.
Appare nell'interludio dell'opera di Calcovaki per intereretare il ruolo di Dafne, accanto a Renato Fiumicelli, Ludwig Durst e Marilena Bozardi. 

LA STAMPA                                              
1963.03.30
SULLE SCENE E SUGLI SCHERMI

Al teatro Nuovo con il complesso che presenterà domani «La dama di picche»,
E' stata una grande fatica per tutti preparare la novità di Ciaicovski
 
Lo spettacolo non è mai stato portato a Torino Cosa ne dice l'eclettico regista Maestrini Giuseppe Campora e Marianna Radev protagonisti - Per la prima ballerina Marga Nativo la vita «è tutta nella danza»
 
Ciaicovski non è mai stato rappresentato a Torino: la sua «Dama di picche», che va in scena domoni sera al Teatro Nuovo come secondo spettacolo della stagione lirica del Regio, ha poco piu di settant'anni (fu data la prima volta a Pietroburgo il 7 dicembre del 1890). In Itatia fa, pochismo eseguita fino a qualche anno fa, quando ha cominciato a diventare «di moda», La «prima italiana» avvenne alla Scala nel 1906, e fino al 1958 si è dovuto aspettare la seconda, al Comunale di Firence.
La «Dama di picche», e un melodramma tratto da un famoso racconto di Puskin: la derivazione letteraria impegna quindi non soltanto gli esecutori della parte musicale dell'opera, ma anche il regista. Lo abbiamo acovato, Carlo Maestrini, dietro le quinte ieri sera durante la prova generale.
E giovane, ma ha già una lunga experienea teatrale dietro le spalle. Con una punta di immodestia confessa tuttavia di avere anche studiato, da architetto, di avere dipinto, di avere composto musica; dice che il mestiere di regista delle opere liriche deve essere un compendio di inclinazioni artistiche che dare creature piene di colori.
Non ha preferenze: ma un debole per la musica pucciniana al. Della «Dama di picche» parla come di una opera non facile da allestire, piena di contrasti. La acenadel primo atto, con tutti quei bambini che corrono, gridano marciano e cantano in coro, lo ha impegnato molto, «ma non come quelle con i “grandi”», aggiunge; crono bambini bravissimi, con i quali si può fare quello che si vuole, sono intelligenti e pronti at suggerimenti e ai consigli».
Giuseppe Campora, il tenore che sostiene la parte dell'infelice Ermanno, (ossessionato dal desiderio di vincere al gioco e di strappare alla contessa il segreto delle tre carte per raggiungere la ricchezza e renderat degno di sposare Lisa), è «nuvo» a quest'opera. Gli è costata molta fatica per impararia. «E' una parte massacrante - dice - per la quale ho dovuto provare a un ritmo frenetico: anche undici ore al giorno. Sento le gambe che mi tremano per la stanchezza. Ma posso assicurare che mi sono prepara to come poche oltre volte nella mia carriera e apero di far bene».
Dopo le recite torinesi del la «Dama di picche», Giuseppe Campora partirà per il Sudafrion, deve eseguirà sedici volte la «Tosca», metà delle recite a Pretoria e me tá a Johannesburg.
La «Dama di picche», sara Marionna Radev, una mezzosoprano jugoslavo che ha preso parte a quest'opera molte volte, anche nell'edizione originale in lingua russa, a Mosca. Parla della sua parte con enorme rispetto: sa che costituisce un personaggio pieno di mistero, ma tragico e come predestinato a portare sventura; perciò occorre non soltanto realizcario con la voce, ma anche con i gesti, gli sguardi, la «recitazione» mimica. It trucco, molto carico, nerogrigio, le stampa sul volto una maschera altamento drammatica.
Come è tradizione nelle opere russe, anche nella «Dama di picche», figura un balletto, la «prima» di questo balletto è una giovane danzatrice forentina, Marga  Natino, Vent'anni, una brillante carriera già percorsa e un avvenire ricco di promesse. Non vive che per la danza, e aspetta il giorno del battesimo parigino, con Maxisine. Per ora può citare fra i suai successi migliori i balletti al Maggio musicale fiorentino e, come «prima ballerina ospite», le esibizioni in molti fra maggiori teatri europei.
Parla volentieri della sua professione, perche ne completamente passeduta. «Ho cominciata a undici anni e ho fatto abbastanza in fretta a impormi. A dodici anni ero già profesaionista, a quattordici avevo parti di ballerina solista, a diciassette ero prima ballerina al Comunale di Firenze. Il segreto del mestiere à la preparacione e lo studio continui, asaillanti, che non concedono tempo per nessun'altra cosa. Per questo non fatemi domande sulla mia vita privata. la mia vita privata, come la mia vita pubblica, a tutta nella danza».
Le abbiamo allora domandato se si consideri già perfetta: «No, ma voglio imparare giorno per giorno a diventario. E questione di temperamento: io sento di potermi esprimere con la danza come un poeta al exprime scrivendo verai e un compositore scrivendo musica». Nella «Dama di picche», la sua parte di ballerina e quella di una pastorella d'Arcadia accanto a Renato Fiumicelli (Dafni). La coreografia del balletto, elegante e complesso, è stata preparata con molta abilità da Alberto Testa.
Lisa e il principe Jeleski, gli altri personaggi impor tanti dell'opera di Ciaikovski, sono interpretati rispettivamente da Leyla Gencer e Renato Capecchi: sono entrambi cantanti ben noti al pubblico torinese, che la acorsa stagione ammir nel Don Giovanni cart. Altri interpreti della Dama di picche sono i basso Paolo Washington (italiano nonostante il nome), il tenore Raimondo Botteghelli e la mezzosoprano Annamaria Rota. Dirige il maestro Capuana, che è stato applau dito interprete dei Puritani, prima opera di questa stagione del teatro & Regio; Mario Tagini è il direttore dei cori. [G. D. C.]

LA STAMPA                                            
1963.03.31
LA STAGIONE LIRICA DEL REGIO

LA STAGIONE LIRICA DEL REGIO

“La Dama di picche”, di Ciaicovski al Nuovo

L'opera, diretta da Franco Capuana, ha come interpreti Giuseppe Campora, Leyla Gencer e Maria Radev

Photo: Il tenore Campora e la soprano Leyla Gencer protagonisti della «Dama di picche»

 
In Italia e fuori, da una stagione all'altra, i compilatori di cartelloni «lirici» cercano, per destar nuovo interesse pubblico, opere anzianotte e benportanti, di cui l'autore sia ancora celebre. E quelle rispondono allo scopo. Sorrette dall'autorità di direttori o dalla fama di cantanti, girano un poco. Dopo qualche anno tornano silenziose. E' il caso anche della «Dama di picche» di Ciaicovski. Presentata dal maestro Capuana in parecchi teatri, viene con lui a Torino, la prima volta. La durevole giustissima fortuna di tre o quattro sinfonie del fecondo Russo stimola il desiderio di conoscere qualche melodramma di lui.
E subito ci si domanda: l'operista pari al sinfonista? Quella sua musicalità orchestrale, tanto eloquente, emotiva, varia, alla quale, come suol dirsi, sembra «manchi la parola», evocante quasi flgure e paesaggi, ha poi creato e svolto un dramma, caratterizzato persone, cantato passioni singole, è insomma riuscita a fare una bella opera teatrale? La risposta non è favorevole, specialmente se La Dama di picche vien ragguagliata, oltre che alle sinfonie e ai Lieder dello stesso autore, alle potenti fra le opere russe, italiane, francesi, tedesche, sorte fino al 1890, l'anno della composizione.
Il libretto che il fratello del musicista aveva tratto da una forte, stringata e nota novella di Puskin, sconciandone l'intenzione e la trama, era tale da compromettere la riuscita artistica a qualsiasi geniale operista. Propiziava, al più, la nascita d'un banale melodramma. A ciò probabilmente miravano i due Ciaicovski. Protagonista avrebbe dovuto spiccare, per la sostanza drammatica, oltre che per il titolo, la Contessa, la vecchia, mistesteriosa, trepida custode d'un tremendo segreto per vincere nel gioco delle carte, essendo tutte l'altre persone, fuori e dentro il circolo familiare, secondarie. No, anziché darle parte estesa e intensa, ess! fecero primeggiare con abbondanza di parole, di romanze, di duetti, gli immancabili innamorati, Hermann e Lisa, non personaggi con un'amima e un destino, ma un tenore e una soprano.
Con altri piccoli intrighi gonflarono lo spartito. Una irritante quantità di coretti, bambini, nutrici, soldatini, di interludi, di commediolé, di balletti inutili, rese plù scialba, futile, la metà dell'azione. Per giunta Ciaicovski non riusci a dar musiche per ballabili nuove, eleganti, quanto quelle dei suoi pregiati balletti; anzi, volontariamente snaturandosi, ricalcò, chi sa perché, Mozart. Lasciati finalmente siffatti fronzoli e perditempi, badò al dramma. La seconda parte del secondo atto è infatti percorsa da orchestrall tremori, cupezze, ansie tragiche. La composizione si rifà a quella delle eloquenti, descrittive, psicologiche pagine sinfoniche. La musicalità nell'episodio della morte della Dama, atterrita dalla pistola di Hermann, che vorrebbe strapparle il segreto, è densa e forte. I sussulti tematici, i timbri gravi, querull, dolenti, integrano le poche parole e la veristica mimica. Anche i quadri successivi, l'apparizione ad Hermann dello spettro della Dama. l'annegamento di Lisa nella Neva, il suicidio di Hermann nel club del giocatori, procedono con alquanta sveltezza, senza ozioel balletti. Le romanze e i duetti sembrano alquanto appropriati... in extremis.
Un altro elemento, che concorre a mostrare l'inferiorità dell'operista nel confronto col sinfonista Ciaicovski, è la frequente sovrabbondanza della sonorità strumentale, consistente non tanto nella pienezza armonistica, quanto nella moltitudine di minuti passettini, di svagati ornament!, di floriture e ghirlandette, disegnini, più che orchestrall, planistici, forse venuti sotto le dita alla tastiera. La concertazione del fervoroso maestro Capuana, che diligentemente controllò la partitura stampata sull'originale, non poteva, né doveva, attenuare le proporzioni. Coloro che godono, plù che le musiche, le voci garegglanti con l'orchestra, robuste, infaticate, trovano ciò che desiderano nel requisiti del tenore Giuseppe Campora e dello soprano Leyla Gencer, e pure devono apprezzare Marla Radev, ottima cantante e attrice, come Contessa, e insieme notare il degno contributo del Washington, del Capecchi, e del loro numerosi collaboratori,| Botteghelli, Maddalena, Benzi, Antonini, Rota, Di Stasio, Gerbino-Crotta e la danzatrice Marga Nativo.
Applaudendo col direttore e 1 solisti, con i danzator! e i coristi, il regista Maestrini, (ma su alcuni scenari ci sarebbe molto da ridire) ed il coreografo Testa, il pubblico gradi anche la tardiva conoscenza dell'opera. [A. D. C.]

OPERA MAGAZINE                                              
1963 May

OPERA MAGAZINE                                              
1963 June