ROBERTO DEVEREUX
Libretto: Salvatore Cammarano after Ancelot
Premièr at Teatro San Carlo, Naples – 29 October 1837
Sara Duchess of NottinghamANNA MARIA ROTA mezzo-soprano
Roberto Devereux Earl of Essex RUGGERO BONDINI tenor
Lord Cecil GABRIELE DE JULIS tenor
Sir Walter Raleigh SILVANO PAGLIUCA bass
A Page BRUNO GRELLA bass
Nottingham’s servant BRUNO GRELLA bass
Time: 1598
Place: England
RADIO FRA I PROGRAMMI DELLA SETTIMANA
Dal San Carlo un'opera poco nota di Donizetti
programma nazionale
Roberto Devereux, l'opera com posta da Gaetano Denizetti nel 1837 per il San Carlo Napoli, e ritornata con tutti gli onari salle scene di quello stesso teatro. E una grande opera ed anche per la bontà dell'ese cuzione costituisce una trasmis slone di grande interesse. Essa apre un novo orizonte per la conoscenza della persona lith donizettiana e della storia dell'opera in musica che ad essa si collega.
Roberto Devereux è un'opera importante, non tanto per il piacere che può dare, nel senso del divertimento teatrale spicciolo, ma come testimonianza di una concesione drammatica diversa da quella squisitamente lirica, comunemente nota, e data per definizione, dell’opera italiana dell'Ottocento. Nel Roberto Devereux gli elementi lirici del melodramma, i pezzi staccati sono piegati alla necessita drammatica, ne recano l’impronta. I modi del canto, gli accenti, i gesti stessi del personaggio some musicalmenie plasmati secondo il pre mere dall'interno del sentimen to che si traduce in azione. Lasciamo stare le balcedaggini del libretto, ché ce se sono in numerevoli come in tutti i li bretti d'opera, ma samocene all'essenziale, a quelle che g sotto, al fondamentale stato d'a nimo di umanità. Sono gli affet ti nel loro impulso, elementare, gli urti, i contrasti, il fluire vitale dell'esistenza; è il dramm. Ad esso si adegua la musica. L'apparenza sensibile della see na una figurazione immagi no che il Donizetti, con la sus musica, investe dal fondo. Nel Reberto Devereaux non c’e fascino lirien di melodie come Tu che a Dio splegasti o Spirto gentil, ma c'è una interiore forsa drammatica che il pezzo rico sottomette ai suoi veleri. Più d'usa volta, nel dialogare eccitato, pare che stia per avere inizio un'aria, ma su bito il canto s'interrompe es que invece un recitativo, ben pronunziato ed essemaiale, scan dito col fuoco del sentimento.
Certo, la tirannide degli achemi convenzionali fa sempre sen tire il suo peso e non manca, ad ogni giro di scena la retori ca presenza della rituale cabs. letta, ma vi è pure an interno dominio della forma, una con vinzione, che, ne mitiga l'este riore pisticolare. Nell'insieme la figura del personaggio esce vibrante e vivente da un fondo di musica, in fervida comuni casione di canto, temprata da accenti senori in rel la sillsba si accalda, in musicale evidenza.
La strutture musicale del Re berto Devereux si distende in una organicità unitaria, Non si scinde in singole parti liriche, tenute insieme da reccordi convernali, ma si compone In here ordinata varietà e co renia. I luogo comune dovuto all'uso superato da amples za del respiro musicale e dal vigore dell'andamento dram matico Cappare een chiars evidenza dalla tensione degli affetti segl'incontri del singol personage (Elisabetta e Roberto, Roberto, Roberto e Sara, Nottingham e Roberto) code, nell'alterai in continuita ininterrotta del frammento melodies col recitativo, si viene profilando il dramma interiore di ciascuno. Che. poi, unificato dalla musica, diventa il dramma di tutti. E converge e si concentra, sopraltutto, nelle scene d'insieme, tra Sara e Nottingham, al secondo atto, in cui esplodono le con trastanti passioni del tradito e del perduto amore; nel terzetto dall'incandescente vibrare me lodico e nel concertato conclu sivo del secondo atto, nella seena dnale del delirio di Elisabetta, quando la voce di lei, tutta raccolta nel dolore, sembra at teggiarsi con prodigiosa assimi lazione a quella della bellinia na Norma e poi rinnovata nel canto, si espande con maggior lena in un arco melodico di am plissima curva.
L'opera preceduta da un pezo orchestrale di apertura, o come anche si diceva, sinfonia, che è una gemma sinfonica. All'inizio è una specie di variazio ne sull'inno nazionale inglese condotta con agile freschezza di mano, ma poi singola in nuovi disegni e immagini di rit mi e melodie, con inattesi svol gimenta.
Il maestro Mario Rossi ha con certato e diretto l'opera del Donizetti cogliendone l'essen ialità musicale, in un sorve gliato ma commosso equilibrio di orchestra e voci. Una com pagnia scenica, nella quale has no primeggiato Leyla Gencer, Anna Maria Rota, il tenore Ruggero Bondino, i baritono Cap puccilli, come quella appresta la al San Carlo per il Roberto Devereux, coal omogenea ed univoca, per affinità spiritual eccellenza tecnica, din cile a trovarsi nel teatro lirico di oggi e costituisce un'altra attrattiva dell'interessante trasmissione.
Il libretto del Cammarano nar ra una storia d'amore e di ge losia cal personaggi incar nane le tipiche passione del ge nere melodrammatico. La gran de Elisabetta, regina daghi terra, si accesa d'amore per Roberto Devereux, conte di a sex, il quale ama ancora una gentildonna, Sara, andata spo sa al dues di Nottingham De vereux, accusato di aver usato troppa clemenza al nemici di ghilterra, deve subire un pre cesso che ha per posta la vita. I selo difensore del con te è proprio Nottingham, che El diventa però nemico quan do apprende che su mogle Sare e lo stesso Devereux s sono incontrati per un ultime, straziante colloquio. Due pegni d'amore, una sciarpa e un anello, strumenti indispensabili nel intrigo melodrammatice, fini scono, come al solito, nelle mani delle persone sbagliate, an che la Regina é travolta dalla collera e dalla gelosia. Ma quan do Sara riesce a placaria per suadendola della reale inno cenza del suo incontro con Devereux, ed Elisabetta concede la grazia, è ormai troppo tar di: il conte è già stato colpito dalla rapida e vendicativa glu stizia del duca e, ancorn sne volta, l'incolpevole amore state sigilleto con la morte. [Guido Pannain]
This impression was formed despite a rather inadequate cast of singers. As Queen Elizabeth of England Leyla Gencer was in poor form, and could give only an indication of the richness of the role. As Essex, the tenor Ruggero Bondino was sorely miscast: his voice lacks the suppleness and the sheer force for such a part. Only Anna Maria Rota (as the Duchess of Nottingham) and the baritone Piero Cappuccilli (as her husband) sang with assurance. Miss Rota was particularly sweet and touching; Cappuccilli tended to bawl, and the long lines of his main air were chopped or blurred, but he was at least secure.
Mario Rossi conducted well. This is an opera in which the orchestra has a special importance. In addition to the lively overture there is a lovely orchestral prelude (to Act 3, scene 2) and some complex and fascinating accompanied recitatives. All these were well done. At times, especially in the first act, Rossi had to slow down the cabalettas to help the singers, and some of the dramatic contrasts were lost. But still his was the most musical performance of the evening. Margherita Wallmann's staging was tactful and unobtrusive, against the elegant background of Attilio Colonello's grey Gothic arches and colonnades. All in all, a happy evening, with an enthusiastic audience.
Elisabetta, Queen of England (soprano)
LIBRETTO by Salvatore Cammarano.
TIME: 1598
FIRST PERFORMED at the Teatro San Carlo, Naples, 29 October 1837, with Giuseppina Ronzi de Begnis (Elisabetta); Giovanni Basadonna (Roberto Devereux); Almerinda Granchi (Sara); Paul Barroilhet (Nottingham)
Soon after the Venice première of Pia de' Tolomei on 18 February 1837, Donizetti was back in Naples, teaching at the Conservatorium, and composing various orchestral and choral pieces to commemorate deaths and anniversaries of prominent musicians and royal personages. In June his wife Virginia gave birth to a second son, who died within an hour, and on 30 July Virginia herself died at the age of twenty-nine, perhaps of the cholera, which was still sweeping the city, perhaps of complications following a bout of measles, but most probably of syphilis caught from her husband. That Donizetti had contracted the disease some time before he married Virginia is virtually certain. 'Oh, my Toto,' he wrote to Virginia's brother Antonio, let my grief find an echo in yours... I shall be unhappy forever."
Roberto Devereux > Opera News > The Met Opera Guild
COMPLETE RECORDING
Recording Excerpts [1964.05.02]
A picture from her LP recording |